Per Padre Pio il sacramento della penitenza è stato il motivo della sua vocazione sacerdotale, che gli ha consentito di alzare la mano, nel gesto della assoluzione consacrante l’avvenuta riconciliazione tra le anime e Dio,medio, sempre che, però queste presentassero tutte le condizioni valide affinché l’ “Ego te absolvo a peccatis tuis” scendesse validamente dal Cristo al penitente attraverso il confessore.
Non era facile per non dire impossibile, trarre in inganno Padre Pio, il quale più di una volta, fu costretto ad usare le maniere forti, negando anche l’assoluzione. Padre Pio non era un pietista secondo il gergo comune ed il corrente frasario, ma un realista che andava, nelle sue azioni, soprattutto apostoliche, al sodo, cioè alla radice delle cose, vale a dire, alla gloria di Dio e alla salvezza e e alla redenzione delle anime. Padre Pio trascorreva ore ore chiuso nel suo angusto confessionale tanto d’inverno quanto d’estate, ad ascoltare e miserie ed a elargire parole di conforto e di perdono.
Sembrava, quasi, che egli si fosse specializzato in esse, trascurando, sotto certi aspetti, le anime abitudinarie come si suol dire, quelle che, attraverso la confessione, andavano alla caccia di nuove euforiche emozioni. Ed egli, attraverso i talenti da Dio ricevuti, queste cose le intuiva, e sapeva anche, con estrema carità e fermezza evitarli. Ecco perché, a lui le anime accorrevano anche da molto lontano, alla ricerca della parola adatta a sciogliere tanti ingarbugliati problemi di coscienza, di fede e di cuore.
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Quello che lui, dietro la grata o nella vecchia sacrestia, chiedeva, era l’umiltà e la sincerità dei propositi, prima che la sua mano trafitta si alzasse per benedire ed assolvere. Padre Pio partecipava alle ansie e alle lotte interiori dei suoi penitenti, i cui problemi faceva suoi ed inseriva nell’offerta del quotidiano sacrificio della Santa Messa, specialmente quando, nel offertorio, egli alzava supplichevolmente, la patena con l’ostia da consacrare. C’era in questa sua funzione di mediatore tra Dio e gli uomini la stessa sacralità usata da Abramo nell’atto di immolare il figlio Isacco, con la differenza che sacrificatore e vittima, questa volta è lui stesso. E questo tutti i giorni, perché tutti i giorni Padre Pio confessava e assolveva prendendo per sè la parte più ingrata è dura, mentre le anime che a lui si erano rivolte, le scendevano la valle del Gargano, in quello stato di grazia con il quale Pietro, Giacomo e Giovanni, erano scesi dal Tabor.
Si scriverà ancora a lungo di Padre Pio, delle sue stimmate, dei prodigi operati da Dio tramite lui , ma il nocciolo di tutto è nel confessionale. Padre Più è stato uno dei più validi strumenti dei quali l’umanità stessa dovrà, un giorno a Dio rendere conto.
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Meravigliosa sintesi che coglie la straordinarietà assoluta di Padre Pio