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Questa celebrazione ci apre in modo solenne e deciso alla festa del nostro padre fondatore e modello di vita, in modo particolare a tutti coloro a titolo e forma più diversa operano a Casa Sollievo della Sofferenza principale opera di Padre Pio e segno della sua carità.” Queste le parole di Mons. Franco Moscone, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, presidente di Casa Sollievo della sofferenza, direttore generale dei gruppi di preghiera di Padre Pio durante la celebrazione eucaristica di questa mattina.
Ogni anno, a San Giovanni Rotondo, in questa giornata si celebra la “Giornata della sofferenza”. In questa occasione, i dirigenti, il personale medico e amministrativo, insieme ai degenti di Casa Sollievo della Sofferenza, partecipano alla Santa Messa.
“Ritengo profetico che la festa di San Pio sia preceduta di soli due giorni da quella dell’apostolo ed Evangelista Matteo di cui abbiamo appena ascoltato il suo primo incontro con il Signore – ha sottolineato il vescovo durante l’omelia – Il Signore chiama e muove. Gesù passa e trasforma gli ambienti, potremmo dire che li trasfigura e non li lascia come li ha trovati”. Gesù lo fa attraverso la sua persona e l’annuncio del Vangelo in ogni luogo, in ogni ambiente, in ogni comunità, in ogni situazione di vita e in ogni persona. E’ stato così per Matteo, per i suoi amici pubblicani ed è stato così per Padre Pio. “Come non affermare che la venuta di Padre Pio, icona vivente e carnale di Cristo crocifisso e risorto, cireneo dell’umanità- ha continuato Padre Franco – con il suo passaggio ha trasfigurato ed ha cambiato in modo indelebile e per sempre questa montagna, questo villaggio, questa città. Casa Sollievo è segno evidente dell’amore raffigurante di Cristo e dell’azione trasfigurante di colui che in Cristo si è immedesimato. Non è possibile separare il Santuario di Padre Pio dalla sua casa della carità che è Casa Sollievo della Sofferenza: sono la medesima realtà. Il Santuario dà la direzione verso l’alto che è la trascendenza a Dio, l’ospedale la direzione orizzontale verso i fratelli e il popolo bisognoso. Due aspetti inseparabili.”.
Padre Pio ha scritto che il mondo ha bisogno dell’Eucarestia forse più del sole, la liturgia significa servizio, servizio a Dio e ai fratelli. Ogni letto dell’ammalato è un altare, su quel letto c’è Cristo Crocifisso, abbandonato alla ricerca di una parola, di una tenerezza, di un saluto e di una cura che possa dare o ridare significato alla vita. “Sono contento che alcuni di voi siano venuti in chiesa con l’uniforme che si usa passando nei reparti dell’ospedale perché se ogni letto è un altare, la vostra divisa e il vostro camice sono i paramenti. Nell’ospedale si svolge l’Eucaristia: l’Eucaristia nella carne. Padre Pio lo ha capito perché lo ha vissuto da primo nella sua carne, nelle sue stigmate. Trovo molto significativo che prima dell’inaugurazione di questo Santuario abbia inaugurato Casa Sollievo della Sofferenza. Potremmo dire che ha celebrato prima l’Eucaristia della carne che quella del Sacramento o meglio che ha dato il segno di dove l’Eucaristia diventa veramente servizio”.
Al termine della sua riflessione il vescovo ha invitato i presenti a chiedere al Padre fondatore che “continui a trasfigurare come ha trasfigurato se stesso in questo luogo anche noi e i nostri ambienti, incominciando da Casa Sollievo che è segno di Cristo Crocifisso e risorto come vera relazione, come ambiente di vita, come esaltazione dell’umanità che di Lui porta l’immagine e la somiglianza”.
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