Fr. Pasquale Cinci, responsabile della pastorale giovanile vocazionale della provincia di Sant’Angelo e Padre Pio ha presieduto il momento dell’Adorazione Vocazionale cominciato con un video molto forte con il testo di Enzo Bianchi, priore della Comunità monastica di Bose.
Ci può essere un amore senza avere un volto da amare? Si può cercare un tale amore, ma non è possibile incontrarlo. La stessa nostra vicenda umana fondamentale, la nostra scoperta ed esperienza del mondo, ha preso avvio, anche se ormai ne abbiamo solo un vago ricordo, dall’incontro con il “volto” di nostra madre: su quel volto abbia-mo imparato a decifrare l’amore o l’indifferenza o, per qualcuno, l’ostilità… Proprio nell’incontrarsi dei volti abbiamo fin d’allora imparato a conoscere l’amore. Questa è infatti la vocazione umana e cristiana primordiale: dare volto all’amore. Anche l’incarnazione, l’assumere da parte di Dio un corpo umano, ha voluto significare che Dio stesso non poteva restare amore senza diventare volto. Così alcuni uomini lo han-no visto, ascoltato, toccato con mano (cfr. 1Gv 1,1) nelle fattezze di Gesù di Nazaret.
L’amore chiede, reclama un volto! E chiunque conosce la Scrittura sa che chi cerca Dio cerca un volto: «Il tuo volto, Signore, io cerco» (Salmo 27,8).
Tuttavia, in questa “assenza del volto” che nessuno può compiutamente riempire, il Signore ci ha lasciato delle tracce del suo volto: impronte di una presenza impresse ancora e sempre in un volto! Gesù ha rivelato anche di essere presente sotto altri volti, là dove non avremmo pensato di poterlo trovare: nel viso alterato dell’ammalato, nello sguardo esausto dell’affamato, negli occhi imploranti del bisognoso, nel rossore dell’ignudo (Mt 25).
Cristo si è identificato con l’uomo, qualunque uomo, «un uomo in cammino»; nel tempo della storia, nel tempo che è il nostro, Cristo vivente è rappresentato dal volto del fratello che ci vive accanto, soprattutto il fratello sofferente: il nostro percorso verso il faccia a faccia con Dio passa innanzitutto attraverso il luogo del com-patire, del soffri-re insieme all’altro. Sì, l’unico volto che possiamo vedere è quello dell’uomo, dell’altro.
È lì che occorre vedere Dio: «Hai visto tuo fratello? Hai visto Dio!»
“Il Tuo volto noi cerchiamo Signore, – queste le parole di Fr. Pasquale durante la riflessione – cercheremo sempre il tuo volto senza stancarci mai, in fondo se siamo qui così numerosi perché abbiamo seguito questo desiderio, vogliamo vedere te Gesù, siamo mendicanti del tuo volto, quel volto amato e desiderato come al cieco di Gerico tu hai restituito la vista e lo hai reso discepolo gioioso così questa sera tu desideri condurre ciascuno di noi, ciascuno di questi giovani che ti hanno accompagnato all’altare, di questa giovani che allietano la liturgia con questo canto,i giovani che sono presenti qui in piazza o che ci seguono mediante la TV o sui social che tu desideri condurre ciascuno di loro a contemplare il volto di Padre, il tuo volto carico di misericordia”
“Signore Gesù, noi questa sera ti chiediamo come comunità credente di offrire la possibilità ai giovani di intravedere una vita nuova, lo ammettiamo Signore essere ciechi equivale anche a essere mendicanti,nella condizione di mendicanti è difficile trovare qualcuno disposto ad ascoltare le proprie necessità, perchè quando si è mendicanti bisogna imparare a sopravvivere con le briciole che gettano i passanti. Siamo mendicanti di vita, siamo mendicanti di sogni, di nuove visioni.I nostri giovani mendicano attenzione, ascolto e mendicano un volto che sappia guardarli, che li guardi nella profondità con amore e che sappia tirarli fuori da questa insopportabile cecità che imperversa la nostra comunità e a volte anche comunità cristiana. Il tuo volto Signore noi cerchiamo, il tuo volto Signore cercano questi nostri giovani, non nasconderci il tuo volto.”
Questi giovani questa sera reclamano da noi adulti il diritto di vedere negli ambiti in cui giovani riescono ad esprimersi, e lo abbiamo visto anche ora, nella musica, nell’arte, nella cultura e nella la danza, in tutti questi ambiti, in tutti questi linguaggi in cui giovani si esprimono è possibile sempre ascoltare questo grido. Noi vogliamo vedere vogliamo vedere il futuro, vogliamo vedere la speranza, vogliamo vedere te Gesù. Tu sei la speranza, Tu sei il futuro, Tu sei l’unico che può dare luce”. “una cosa però questa sera sento di dire a nome di tutta quella la comunità di noi adulti: “Donaci di essere comunità credente che mentre annuncia. Aiutaci ad essere comunità educante e credente che prima di trasmettere la parola possa credere in questa parola”. Fa che si accenda nei giovani la fiamma della Speranza, ti preghiamo Signore Gesù anche questa sera Chiama! Fa sentire il brivido del tuo passaggio nel cuore dei giovani che affollano questa piazza ma anche dei giovani che in questo momento forse sono lontani”
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O Jesus my prayer is that my son will have a chance of beholding your face, the face of love, the face of hope, the face of unlimited trust in the Father. May St Pio of Pietrelcina through his prayers obtain graces for us this day for we thirst to see the face of God, the face of Love and Truth.