Il Santo di Pietrelcina, fu “profeta” In tutte le accezioni del termine. Parlava sotto l’influsso dello Spirito Santo per annunziare la parola di Dio e per richiamare i fratelli d’esilio la conversione. Esortava, ammoniaca, edificava. Inoltre, ricevuti da Dio particolari messaggi, li trasmetteva sotto forma di insegnamenti, di consiglio di semplice comunicazioni a precisi destinatari. Tutto ciò avveniva durante la confessione, nella direzione spirituale, e occasionali incontri o in maniera diversa. Una la finalità: l’altrui santificazione. Egli stesso ha bisogno di essere “Una creatura di cui si serve il Signore per elargire sulle anime la sua misericordia”. Pur volendo rivolgere l’attenzione sull’ultimo aspetto dello spirito profetico di padre Pio; è di sicuro impossibile citare le incalcolabili sue predizioni, puntualmente verificatesi nel tempo. Tantissimi si sono sentiti anticipare da lui eventi, divenuti in seguito sconcertante realtà.
Forse uno dei primi ad accorgersi che Padre Pio aveva questo dono fu il parroco di Pietrelcina, Don Salvatore Pannullo. Quando, giovane sacerdote cappuccino, si ritrovava in famiglia per motivi di salute (dal 1909 al 1916), Padre Pio aiutava zi ‘Tore (zio Salvatore), come familiarmente veniva chiamato l’arciprete, nel mistero pastorale. Non di rado, di pomeriggio, facevano insieme “quattro passi” lungo la periferia del paese. Una volta, Padre Pio si fermò e, tendendo l’orecchio, disse: “Zi Tore, sentono un coro di Angeli che cantano e delle campane che suonano a distesa. “Qui – ed indicò col braccio e con la mano tesa un luogo me preciso sulla destra della strada -sorgerà un convento ed una chiesa”. “Ma che dici?” commentò scettico di un Salvatore. “Ve lo dico io. Qui si faranno un convento e una chiesa” gli ripeté. Il 5 luglio del 1947 i frati cappuccini a Pietrelcina inaugurarono un ampio convento. E, il 19 maggio del 1951, Monsignor Mancinelli consacrò e dedicò alla Sacra Famiglia l’annessa chiesa.
© Riproduzione Riservata