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Padre Pio: un perfetto cappuccino

Obbediente, casto e povero

La regola bollata di San Francesco (quella del 1223) inizia con queste parole: “La regola e la vita dei Frati Minori è questa: Osservare il Santo Vangelo del nostro Signore Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità”. Padre Pio ha vissuto costantemente ed eroicamente tutte queste cose dalla mattina della sua professione (22 gennaio 1904) fino alla notte della sua morte (il 23 settembre 1968).Ha osservato il Vangelo, mettendosi alla scuola della Vergine Addolorata, la quale “fu la prima a praticarlo in tutta la sua perfezione, in tutta la sua severità, anche prima che fosse pubblicato”. (Epist. I,602).

Il Vangelo si identifica con la croce. Nessuno lo ha praticato come Maria, che, Addolorata, è stata ai piedi della croce. Nessuno lo predicato come San Francesco, che, per due anni, ha portato le stigmate di Gesù. Nessuno lo ha praticato un Padre Pio, che per 50 anni, è stato piagato con i segni del  Crocifisso. Padre Pio è vissuto in obbedienza. E’ stato il santo dell’obbedienza. I documenti della sua vita sono lì a testimoniarlo. Padre Pio ha vissuto in povertà. Come il suo Serafico Padre, il poverello di Assisi, anche lui  amò e visse questa evangelica virtù. Ecco due fatti concreti e inconfutabili:  la povertà della sua cella e  il suo distacco dal denaro. Dal 1916 al 1945 padre Pio visse alla cena numero 5. In essa regna la più assoluta povertà. Dopo il 1945 visse nella cella numero 1, oggi aperta al pubblico. Sono facilmente visibile e constatabili i segni della povertà francescana. Non si direbbe che quella cella è stata dimora di un uomo, perle cui mani è passato un fiume di denaro. Per le mani di Padre Pio sono passati i milioni e miliardi di lire. Ma neanche un centesimo si è attaccato a lui. Distaccato dai soldi, ne ha raccolti molti, unicamente per la gloria di Dio e il sollievo della sofferenza di fratelli. Padre Pio è vissuto in castità. Egli è stato un angelo in carne e come tale è passato in mezzo alle folle di uomini e donne, che, ogni giorno, oltre lo attorniavano,dalla mattina alla sera. Il padre Agostino da San Marco in Lamis, suo confessore e direttore di spirito, ha lasciato questa testimonianza sul suo discepolo: “Potrei giurare che Padre Pio ha conservato finora la sua fragilità, non ha mai peccato neppure venialmente contro l’angelica virtù. (Diario, pagina 87)

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