L’estasi, indica “l’uscire fuori di se”. E’ un’esperienza mistica che consente uno stato di comunione con il Divino. Essa costituisce la tappa culminante di un percorso che conduce a Dio attraverso il progressivo abbandono di ogni percezione sensoriale e attività intellettuale. Padre Pio, tra i vari carismi ricevuti dal Signore, ebbe anche quello delle estasi, che, per le loro caratteristiche, sono state considerate, secondo il linguaggio della teologia mistica, decisamente “autentiche”. Dal padre Agostino da San Marco in Lamis sappiamo che “le estasi” e le apparizioni diaboliche cominciano al quinto anno di età, quando (il piccolo Francesco) ebbe il pensiero e il sentimento di consacrarsi per sempre al Signore,e furono continue (Diario, pag 47).
Il santo di Pietrelcina si rendeva perfettamente conto delle vie straordinarie attraverso le quali Dio lo conduceva e mai si compiacque di queste esperienze. Le riconobbe come “dono della predilezione divina” e, per unirsi al Signore, avrebbe preferito “la strada ordinaria a tutte le altre anime”. Le viveva quasi sempre durante l’orazione e non parlava mai volentieri di esse. Al padre Benedetto scriverà: “La maniera ordinaria della mia ordinazione è questa. Non appena mi pongo a pregare, subito sento che l’anima incomincia a raccogliersi in una pace e tranquillità da non potersi esprimere con le parole. I sensi restano sospesi, ad eccezione dell’udito, il quale alcune volte non viene sospeso, però ordinariamente questo senso non mi dà fastidio e debbo confessare che anche se a me intorno si facesse del grandissimo rumore, non per questo riesce a molestarmi me menomamente…Questo stato di cose va sempre più intensificandosi che se non muoio è un miracolo del Signore”. Padre Pio visse moltissime volte queste esperienze mistiche. Le più famose, nella sua vita, restano però “le estasi di Venafro”.
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Nell’ottobre del 1911, a Napoli, il dottor Antonio Cardarelli, dopo aver visitato l’infermo frate di Pietrelcina, suggerì al ministro provinciale, che lo accompagnava, di fargli raggiungere il più vicino convento, perché, studiando e pregando, potesse aspettare… sorella morte. Il padre Benedetto condusse il diletto figlio del suo spirito nel convento di Venafro. Qui padre più si aggravò e, costretto a sospendere ogni attività e perfino la quotidiana celebrazione della Santa Messa, si mise a letto. Verso la fine del mese cominciò ad avere le prime estasi. Erano sempre precedute e seguite da apparizioni diaboliche ed accompagnate da visioni di personaggi celesti. Padre Pio, nello stato estatico, era bruciato dall’amore. Se ne lamentò con Gesù dicendo: “Gesù perché la mattina quella sete? hai ragione mi manchi Tu che sei il mio padre di il mio Sposo“. Una notte per refrigerarsi, dovette bere un’intera bottiglia d’acqua ma “la sete non si estinse”. Nelle parole registrate dal padre Agostino relative all’estasi del 29 novembre ed altre successive, si intuisce un’espressione pronunziata da Gesù può essere definita “profetica”: “Io mi glorificherò in te”. Il giovane sacerdote cappuccino rimase meravigliato e, quasi spaventato, rispose: “vuoi trovare in me la tua gloria? … in me… che gloria?Vuoi glorificarti in me?…ma chi sono io? Sono sacerdote, ma inutile, non dico più messa, non confesso!…”. Ma, nonostante l’umiltà di Padre Pio quella profezia è divenuta realtà. Il mondo intero ha,infatti, constatato “come” il Signore si sia glorificato nel Santo di Pietrelcina.
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