“Dove meglio potrò servirti, o Signore, se non nel chiostro è sotto la bandiera del Poverello d’Assisi?” (Epistolario III, 1007).
In questa frase scritta da Padre Pio nel contesto di una lettera indirizzata alla figlia spirituale Nina Campanile, si coglie tutta la sintesi delle profonde meditazioni nelle quali fu impegnata la mente del giovane Francesco Forgione per rispondere in pieno, ed in totale conformità al divino volere, alla “chiamata” che Gesù gli ripeteva. Egli sentiva chiara, nel suo interno, la vocazione al sacerdozio ma cercava per sé una vita che gli avrebbe permesso di “meglio” servire l’Amore amato.
“Tu Signore, mi stendesti la tua mano potente mi conducesti là dove prima mi avevi chiamato” (Epist. III, 1009). Questa seconda frase, rivelatrice di un intervento soprannaturale diretto ad indicare quel “dove meglio”, mentre spiega il perché della vocazione cappuccina di Padre Pio, sollecita momenti di riflessioni per poter capire. Il piccolo Francesco rimase fortemente attratto dall’aspetto di Fra Camillo da Sant’Elia a Pianisi, ma non fu certo la sola barba nera e fluente dell’umile frate questuante a determinare in lui la decisione di mettersi sotto la bandiera del Poverello d’Assisi . D’altra parte, sotto quella stessa bandiera, c’erano già i Frati Minori Conventuali ed i Frati Minori Osservanti. Perché dunque Francesco Forgione scelse la famiglia dei Frati Minori che portano la barba?. Forse la risposta si potrà avere approfondendo la spiritualità francescana, riscoperta nella sua autenticità dalla riforma cappuccina nei primi decenni del 1500, in perfetta sintonia con quella che ha caratterizzato l’intero arco della vita terrena di Padre Pio da Pietrelcina. La prima scintilla di questa spiritualità partì nel circondario fermano e nel ducato di Camerino per opera di padre Matteo da Bascio che, insieme i fratelli Padre Ludovico e fra Raffaele Tenaglia, furono i protagonisti della riforma cappuccina. Il vero motivo di questa riforma fu il desiderio di “osservare appieno la regola” di San Francesco d’Assisi, “il quale fondò la sua religione in altissima povertà et disprezzo del mondo et continua orazione”.
Leggi anche: Padre Pio un perfetto cappuccino
Un tentativo carismatico, quindi , di un ritorno alle origini francescane secondo la vita del Poverello e le tradizioni dei suoi primi compagni. I cappuccini iniziarono a condurre una vita eremitica secondo la regola di San Francesco ma nel vero senso francescano. Scelsero un eremitismo che non escludesse la vita di apostolato attivo in equilibrio con l’esperienza ascetica e mistica. La presenza dei frati si ebbe, perciò, nelle “celle eremitiche” o “capanne ascetiche” e dove maggiormente urgeva il lavoro per la salvezza delle anime. Anche la fisionomia esterna mutò: scelsero nella barba il segno dell’austerità e della vita solitaria e, nell’abito con il cappuccio , il segno del ritorno integrale all’imitazione di San Francesco. Infatti Tommaso da Celano e San Bonaventura avevano descritto l’abito di San Francesco a forma di croce. Nelle celle solitarie, con suppellettili capaci di creare i presupposti ideali per un abituale raccoglimento, si attuarono le costituzioni che prescrivevano una prevalente interiorizzazione fatta di preghiere personali, direzione mentali ed affettive, di contemplazione nella quiete mistica. La ricerca della solitudine trovò la conferma nelle istituzione della reclusione, vissuta in determinate circostanze, da San Francesco, per cui i cappuccini, riscoprendo i valori contemplativi, fecero proprio il peculiare carisma della preghiera e della promozione in mezzo al popolo di Dio .
Certamente a questa vita di misticismo attivo in cui seguaci di San Francesco cercavano il proprio funzionamento è, nello stesso tempo, praticavano l’amore per il prossimo attraverso opere di misericordia verso i sofferenti, si sentì chiamato Padre Pio. Nella famiglia francescana dei Cappuccini avrebbe servito il Signore e avrebbe permesso, con totale disponibilità, la realizzazione dei disegni di Dio. Infatti, si abbandonò ai continui colloqui con il Signore, che abitò nella sua anima in modo così pieno da riflettere la propria divina presenza nel suo corpo. Promosse la preghiera comunitaria, ascetica e mistica. Visse e raccomandò la meditazione che porta alla contemplazione. Convertì ed aiutò in maniera unica i fratelli d’esilio. Respinse ogni innovazione progressista della regola Francescana, consumò la propria esistenza in solitudine e fra la gente, alternativamente. Fu il più perfetto imitatore di San Francesco d’Assisi. Fu cappuccino.
© Riproduzione Riservata
Francesco Forgione è stato TOTALMENTE imitatore di San Francesco d’ASSISI ha assorbito, come una spugna, ogni minimo particolare che conduceva a Gesù Cristo. Non ne ha trascurato nemmeno uno, cioè pur essendo sfacciatamente Burbero con i Peccatori incalliti, costoro invece di scappare lontano da lui, guarda caso poi RITORNAVANO da Padre Pio. Li MALTRATTAVA per il loro Bene, NON per cattiveria, difatti molti ne ha CONVERTITI al Cristianesimo praticato. Oggi va di moda dire: io sono credente ma non praticante…? malissimo tu non ci credi affatto, non inventarti delle scuse per giustificare la propria incapacità di SEGUIRE CRISTO. Padre Pio era molto intransigente, sulla devozione e soprattutto nella Santa Messa che durava fino a 3 ore, poi però glielo hanno imposto non superare più di 3/4 d’ora. Invece quando si ripercorre il CALVARIO mentalmente, il Sacerdote è IMMERSO nel SACRIFICIO del Dono del Suo Corpo del Signore, e del Dono di quasi 4 litri di Sangue uscito dal suo corpo, con il finale colpo di lancia del Soldato. Siccome gli Ebrei sono convinti che, nel Sangue c’è la vita, EBBENE ha dimostrato DIO, che pur svuotandosi del Suo PREZIOSISSIMO SANGUE il Padre Celeste lo ha RISUSCITATO lo stesso. Purtroppo ancora COCCIUTAMENTE gli Ebrei nostri Fratelli Maggiori NON si convincono che il Messia è Gesù. Lascio questo discorso che mi AFFLIGGE il mio Cuore pensare. Padre Pio ha avuto un AMORE SPECIALE come l’abbiamo tutti noi, se ci concentriamo meglio sentiamo Gesù nel Nostro cuore, ma Lui non si accontentava mai delle mezze misure, cioè ha dedicato tutto il Suo Corpo in Santità Terrena. Soffrendo e subendo percosse corporee dal nemico satana, eppure mai si è tirato indietro. Ogni tanto Gesù lo provocava dicendo: se sei stanco SCHIODATI, e lui rispondeva un NO secco. Ecco questa è stata la sua vera forza d’AMARE CRISTO. Potessi io imitarlo come faceva Lui avrei PACE nel mio Cuore. Invece mi sento sempre combattuto da ogni persona che incontro nel mio Palazzo, dove mi sono fatto tutti nemici per DENUNCIARE l’AMMINISTRATORE che ruba €.52.000,00 in Fatture false. E per non darmi ragione dicono: e tutti sono furbi bisogna adattarsi. Io piuttosto perdo gli amici ma non mollo. Scusate sono andato un po fuori discorso. Ecco ognuno ha le proprie sofferenze che io patisco molto la solitudine degli amici, va Beh ne farò altri forse in Paradiso. Termino con un ciao a presto