Il 19 marzo 1947, a San Giovanni Rotondo, un’autovettura, non potendo più proseguire a causa della larghezza assai limitata della strada, si fermò all’imbocco di via Archimede. Vi scesero Padre Pio e padre Raffaele da Sant’Elia a Pianisi (nelle foto a sinistra di Padre Pio).
I due confratelli dovevano raggiungere la casa di don Peppino Massa, un sacerdote amico, da tempo a letto malato. Padre Pio ci teneva tanto a fargli visita sia per formulargli i suoi voti augurali per l’onomastico, che cadeva in quel giorno, e poi perché voleva dimostrare all’infermo la sua gratitudine per l’opera svolta in favore del convento e per le difese dello stesso coraggiosamente assunte durante la campagna di stampa intrapresa da alcuni denigratori nel periodo successivo la sua stigmatizzazione.
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Prima di raggiungere l’abitazione di don Peppino, i due confratelli furono bloccati dalle fiamme di un grande falò che, toccando i muri opposti delle case, ostruivano completamente il passaggio. Padre Raffaele disse a Padre Pio: “Dobbiamo tornare indietro e risalire per via Sant’Orsola”. Padre Pio, di parere contrario, rispose: “Proseguiamo: vado io avanti, voi seguitemi”. I due frati passarono così in mezzo alle fiamme senza riportare alcuna bruciatura. Visitarono l’anziano sacerdote e si s’intrattennero con lui in fraterna conversazione. Don Peppino volle anche confessarsi.
Dopo avergli impartito l’assoluzione, padre Pio gli disse: “Non è ancora arrivata l’ora dell’incontro con Cristo; ci vuole un altro po’ di tempo“. Infatti, don Peppino morì quattro mesi dopo.
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Padre pio ruege usted por el triunfo del corazon inmaculado de Maria