L’epistolario di Padre Pio ci presenta pagine stupende degli impeti d’amore del santo cappuccino che poi altro non sono che impulsi fortissimi dell’amore di Dio.
Il 30 gennaio 1915, Padre Pio scriveva a padre Agostino: “Sentomi il cuore le viscere tutte assorbite dalle fiamme di un grandissimo fuoco, che si vanno sempre ingagliardendo. Tali fiamme fanno uscire la povera anima mia in flebili sospiri. Eppure chi gli crederebbe? In un medesimo tempo l’anima sente, assieme al martirio atrocissimo che le viene cagionato delle suddette fiamme, una soavità estremamente eccessiva, che tutto mi lascia divampare d’amore grande di Dio. Mi sento annichilito, padre mio, che non trovo luogo per potermi nascondere a tale dono del divin maestro. Io sono ammalato, ed ammalato di cuore. Non ne posso proprio più; il filo sembra che sia per spezzarsi da un momento all’altro e questo momento non si vede giungere. Quanto è triste, padre mio, stato di un’anima, che Iddio ha fatto infermare del suo amore. Per carità, pregate il Signore che ponga fine i miei giorni, che sento affatto più la forza di poterla continuare in simile stato. Non veggo altro rimedio alla mia malattia del cuore e se non quello di essere una buona volta consumato da queste fiamme che bruciano e non mai consumano. Non crediate poi che sia la sola anima quella che partecipa ad un tale martirio; anche il corpo vi partecipa, sebbene indirettamente, in un grado altissimo. Da che dura questa divina operazione, il corpo è per divenire impotente a tutto” (Epistolario I,525)
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Questa pagina stupenda contiene tutti gli elementi del fenomeno mistico dell’impeto d’amore: forza dell’amore di Dio, desiderio ardentemente di corrispondere all’amore divino, partecipazione del corpo, malattia spirituale, acerbo dolore, gioia incontenibile, desiderio di congiungersi definitivamente con Dio. Manca l’accenno all’altare, alla Santa Messa. Però se consideriamo che Padre Pio parla insistentemente di fiamme di fuoco, dobbiamo dire che l’altare è sottinteso. Infatti era principalmente sull’altare, durante la celebrazione della Santa Messa che Padre Pio bruciava d’amore. Lo dice lui stesso nella lettera del 8 settembre 1911, nella quale parla della prima apparizione delle stimmate. “All’altare alle volte – scrive Padre Pio – mi sento talmente un accedimento per tutta la persona, che non posso descriverglielo. Il viso massimamente mi sembra che voglia andare tutto in fuoco” (Epistolario I, 234)
Quelli che hanno assistito alla messa di Padre Pio possono testimoniare come queste parole corrispondono a verità. Per quanto riguarda i suoi confratelli ricordano di averlo visto l’altare con gli occhi e il viso infuocato, che si accendeva di maggiore splendore specialmente in due punti della Santa Messa: la consacrazione e all’ultimo Vangelo. Alla consacrazione durante l’immolazione del Figlio di Dio. All’ultimo Vangelo, quando leggeva il prologo di San Giovanni. Sembrava allora che gli splendori del Verbo eterno si riverberassero sul volto del frate di Pietrelcina
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Buona sera e’ bellissimo ascoltare le vostre preghiere ogni sera
Vi posso chiedere una preghiera per mia figlia Alice, le hanno diagnosticato un tumore
confido in voi pace bene