E’ l’espressione di Mons. Andrea Cesarano che Padre Agostino da San Marco in Lamis annota nel suo diario il 17 aprile 1947. Quel giorno scrive che Padre Pio “continua la solita vita di unione con Dio e di bene alle anime con l’esplicazione del suo sacro ministero”. Poi accenna all’affluenza dei pellegrini: “continua l’affluenza di gente che viene a lui per confessarsi ed ascoltare la sua Messa. Anzi in questi giorni l’affluenza è cresciuta. Padre Pio riceve tutti, consola tutti: e tutti vanno via soddisfatti e contenti, benché tutti volessero avere anche un minuto di più nel vederlo ed ascoltarlo“.
Padre Agostino inoltre accenna che “la corrispondenza epistolare cresce tanto che non si arriva a rispondere a tutti che dopo 10 o 15 giorni dall’arrivo delle lettere”. Poi racconta di una visita che Padre Pio fece: “il 16 marzo andò a confessare in casa la sorella del Provinciale, Padre Paolino da Casacalenda (dal 1944 al 1947 e dal 1947 al 1950). Assunta Di Tomaso, sorella di Fra Paolino era piuttosto grave. Il Provinciale era a Roma pere predicare. Padre Agostino gli chiese: «Padre Pio, c’è pericolo per l’Assunta? Il fratello oggi è lontano»; Padre Pio gli rispose con la sua solita semplicità: «Non c’è pericolo e poi, ci sono andato io! …». Assunta fu una delle prime figlie spirituali di Padre Pio. A lei il venerato Padre, negli anni 1916 – 1923, indirizzò diverse lettere.
L’episodio che attira la nostra attenzione Padre Agostino lo racconta al termine: “L’altro giorno avemmo la visita di pochi minuti dell’Arcivescovo di Manfredonia, Mons. Andrea Cesarano, il quale ci disse che, essendo stato anche al Santo Uffizio, disse ad un Assessore: «Quanti peccati avete lasciati nel mondo quando sospendeste Padre Pio pe tre anni dalle confessioni...». Infatti per le confessioni degli uomini Padre Pio rimase sospeso dall’11 giugno 1931 al 25 marzo 1934; e, per quelle delle donne, dall’11 giugno 1931 al 12 maggio 1934.
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