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Padre Pio sposo di “Madonna povertà”

Volle possedere Dio e nulla più

San Pio da Pietrelcina, novus franciscus, per conformarsi al Poverello d’Assisi, di cui aveva professato la regola nell’Ordine dei frati minori cappuccini, volle possedere Dio e nulla più. Padre Pio assunse gli atteggiamenti e la mentalità dei poveri, fece uso e non abuso di quanto gli venne affidato e, distaccato da tutto, fruì sempre minimo necessario e nonna del massimo consentito. Nel modem commento pontificio che sancì il recitare le sue virtù, tra l’altro si legge che egli esercitò lo spirito di povertà con totale distacco da esso, dei beni terreni, dalla comunità degli onori.

La sua cella, contrassegnata con il n. 5, in più parti bisognosa di intonaco e di calce, era disadorna. Un vecchio tavolino sgangherato, una sedia che da anni attendeva di essere impagliata, una cassa per la biancheria, un letto e un comodino ne costituivano il modesto arredo. Si trattava di una stanza angusta, con poca aria filtrata da una piccola finestra, che a stento si reggeva nel telaio. Solo per obbedire alle disposizioni dei medici l’umile frate stimmatizzato del Gargano si trasferì in una più grande, la cella n. 1, ricavata dalla fusione di due ambienti.

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Fino al 1935 riposò su un saccone di paglia che, di tanto in tanto, sollevava con un bastone. Permise che gli venisse sostituito con un materasso di crine unicamente per aderire alla volontà di superiori. Si oppose finché potete alla istallazione del termosifone e del climatizzatore nella sua cella. Pio chinò il capo di fronte agli ordini del padre guardiano, ma non li fece mai funzionare. Diceva che tali comporti erano “contrari allo spirito della santa povertà, agli insegnamenti ed agli esempi del Serafico padre San Francesco, di cui voleva  essere degno figlio e seguace”.

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Indossava, con decoro e con semplicità, abiti modesti che consumava fino alle ultime possibilità. Ogni volta che gli veniva consigliato di cambiare il saio, magari perché troppo rattoppato, diceva: “Ma questo è ancora buono!”. Calzava sandali comuni e usava i tipici fazzoletti dei contadini. Si accontentava del poco. Non chiedeva mai nulla, salvo per le necessità. Era scrupolosissimo nei riguardi della povertà evangelica e francescana. Consegnava al superiore soldi, indumenti e ogni dono ricevuto, convinto che “tutto ciò che è un religioso riceve, appartiene alla comunità”. Le cose materiali per lui non avevano alcun valore, non presentavano alcun interesse o attrattiva.

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