Il giovane frate di Pietrelcina dal febbraio del 1916 era di fraternità nel convento dei cappuccini di Foggia a Sant’Anna. Vi rimarrà fino al mese di settembre dello stesso anno.
La chiesa di Sant’Anna, costruita dai cappuccini con l’obolo del popolo, ed in particolare dei terrazzani, nel 1882, venne consacrata il 16 maggio 1916, proprio durante la permanenza del giovane cappuccino pietrelcinese. Una cerimonia che egli ricordò in una lettera indirizzata a Padre Agostino invitandolo per la celebrazione solenne di consacrazione. Per il quartiere delle Croci fu una grande festa. Finalmente i frati cappuccini tornavano ad essere presenti con una chiesa dedicandola a Sant’Anna.
Nell’approdo di Sant’Anna, padre Nazareno d’Arpaise, raccontò vari episodi di anime che ricorrevano a Padre Pio: un giovane cieco che implorava il dono della vista, una mamma che chiedeva la sorte del figlio in guerra, una signorina di Napoli che domandava o la vista o la morte per un proprio fratello cieco, ma violento.
I fedeli che frequentavano la chiesa di Sant’Anna si accorsero del modo straordinario con cui Padre Pio celebrava i divini misteri, la sua vita d’orazione, le sue virtú, i suoi carismi e, in poco tempo, divulgarono la notizia che a Foggia c’era «un monaco santo». Tutti volevano incontrarlo, parlare con lui, chiedergli di intercedere presso il Signore per ricevere grazie e favori celesti, che si moltiplicavano di giorno in giorno provocando tante conversioni.
A Foggia il convento aveva un carattere ad estensione cittadina, frequentato, quindi da tutti: era un centro di attenzione ed attrazione per chiunque avesse un bisogno spirituale particolare o esigenze di vario genere, che comportavano stima ed amicizia. Padre Pio di cui si era già diffusa la notizia della santità di vita e di doni speciali di cui Dio l’aveva dotato, non si sottrasse a questo lavoro ministeriale e pastorale, tanto da esprimere, per la prima volta, una certa soddisfazione a Padre Agostino di essere impegnato nella confessione e nella direzione spirituale.
Il convento di Sant’Anna, fu come l’altare sul quale Padre Pio sarebbe stato preparato quale vittima sacrificale definitivamente immolato poi su quello di San Giovanni Rotondo.
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