Il 12 novembre 1950 Padre Agostino da San Marco in Lamis nel suo diario racconta che la vita quotidiana di Padre Pio “è sempre quella nell’esplicazione del suo sacro ministero”. “Egli – racconta padre Agostino – è sempre unito col Signore, anche nelle distrazioni necessarie della vita, tutta diretta alla divina gloria e al bene delle anime che accorrono numerose”. Poi aggiunge che la corrispondenza epistolare “cresce e molti scrivono di grazie ricevute“.
Padre Agostino racconta anche che alcuni Vescovi dell’estero giungono in Italia per visitare Padre Pio. Uno di questi vescovi, mentre andava via, dinanzi ad un confratello cappuccino e a molte persone che lo salutavano, sul piazzale della chiesa esclamò: «Sono contento di essere venuto in Italia e di avere visto il Papa e Padre Pio».
Già trent’anni prima, il 2 novembre 1920, Mons. Giuseppe Angelo Poli, vicario apostolico di Allahabad in India cosi si espresse: “non ho neppure il minimo dubbio: il dito di Dio è quì. Veni, vidi et victus sum. Digitus Dei hic est. Davanti a Padre Pio uno si sente sopraffatto dalla presenza del soprannaturale e nello stesso tempo la sua naturalezza e il suo contegno sempre uguale e compus sui, inspirano tutta la confidenza. Sono contentissimo della visita fatta“.
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