Padre Marcellino Iasensaniro, confratello cappuccino di Padre Pio da Pietrelcina nel suo libro intitolato “Il Padre” ha raccontato un episodio particolarmente significativo del suo illustre confratello. Era risaputo dai confratelli di San Giovanni Rotondo che “Padre Pio a ricreazione, più di una volta, mostrando l’indice della mano destra, scherzando affermava che in quel dito era racchiusa tutta la sua forza”. Naturalmente la cosa, messa sul faceto, faceva sorridere i circostanti; “ma il santo cappuccino ha raccontato – non sappiamo in che occasione – , che sempre con un dito, buttò giù un uomo da un muretto del giardino”.
Racconta Padre Marcellino che un giorno ad una di queste discussioni sulla forza del suo dito era presente anche lui: “Padre Pio rivolto a me disse: Piccirì (piccolo), vuoi fare la prova tu?. Io mi guardai bene dall’accettare la sfida innocente, ma che mi faceva paura”. Lo stigmatizzato più volte ha raccontato di aver usato la forza del suo dito per dare una lezione ad un tizio: “saliva questi insieme a lui la scalinata che conduce al primo piano del convento e si presentò come un magistrato di una grande città. I due erano ormai arrivati al termine della seconda rampa, al piano, quando l’ospite, in tono confidenziale, disse: Padre, noi giudici qualche volta ci compriamo le pratiche. Padre Pio lo guardò indignato e, girato con la faccia verso i gradini, esclamò: Ed ora comprati pure questa causa, mascalzone! Se hai coraggio portami in tribunale per quello che t’ho fatto! I testimoni ce l’hai”. E gli diede dietro la schiena un colpo vigoroso col suo dito facendolo ruzzolare per le scale. Per fortuna del malcapitato due frati, che dal refettorio stavano risalendo alle loro camere, l’hanno afferrato quando stava per andare a sbattere contro il muro del pianerottolo sottostante.
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