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Giacomo Gaglione a Padre Pio: “Come vorrei che tutti andassero in Paradiso!”

Giacomo Gaglione scrive a Padre Pio

Il 10 febbraio 1921 Giacomo Gaglione, oggi Venerabile, scrisse una lettera al santo di Pietrelcina che aveva incontrato due anni prima. A fine gennaio del 1921, il padre di Giacomino venne a mancare. Il medico santo di Napoli, Giuseppe Moscati aveva confermato la sua fine imminente. Giacomino fece un quadro, lo mise in vendita e guadagnò 20 lire. Inviò il ricavato a Padre Pio per far celebrare una Santa Messa in suffragio dell’avvocato Gaglione: “Come vorrei che tutti andassero in Paradiso!… Come vorrei che ci vada Papà, per questa Santa Messa!… Deve essere bello a stare con Gesù e con Maria”

Padre Pio prese carta e penna e rispose: “Carissimo Giacomino, Gesù ti conforti per la perdita del tuo caro genitore. La di lui bontà e pietà cristiana ci fanno sperare pienamente che egli sia già in possesso del sommo Bene. Io non mancherò dì suffragare l’anima sua”. Ti benedico con paterno affetto e mi dico devotissimo nel Signore P. Pio da Pietrelcina

Giacomo Gaglione nacque il 20 luglio 1896 a Marcianise (Caserta) e morì il 28 maggio 1962. Avviato agli studi, con l’intento di seguire le orme del padre avvocato, fu stroncato da una grave malattia nei suoi ideali sin dalla giovinezza. Incontrò Padre Pio nel 1919 per chiedere la sospirata guarigione. Ottenne, invece, due grazie più grandi: la rassegnazione alla divina volontà e la conoscenza della missione cristiana della sofferenza. Diceva: Padre Pio mi ha levato una testa e me ne ha messa un’altra. Dal quell’incontro con il santo di Pietrelcina “capì che il più grande dono che Iddio possa fare alla creatura è la malattia, perché con la croce la rende simile al Figlio suo prediletto” e diventò “l’apostolo della sofferenza” con il suo esempio, con i suoi scritti e con l’Opera della Fratellanza spirituale.

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