Questa mattina nel Santuario di Santa Maria delle Grazie, il ministro provinciale fra Maurizio Placentino, ha presieduto i funerali di Padre Marcellino Iasenzaniro, confratello e assistente di Padre Pio.
Durante l’omelia fra Maurizio ha sottolineato che Padre Marcellino “è stato un efficace un servitore della Parola di Dio”.
Nato il 13 giugno 1930 a Casacalenda (CB), Antonio Iasenzaniro è entrato in convento all’età di 16 anni, legandosi temporaneamente all’Ordine dei Frati Minori Cappuccini il 16 settembre 1947 e confermando permanentemente la professione dei consigli evangelici il 12 agosto 1951. Dopo l’ordinazione sacerdotale, conferitagli il 21 febbraio 1954, si è recato a Roma per conseguire la licenza in Teologia e, successivamente, a Milano per laurearsi in Lettere all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Quest’ultima non fu una sua scelta. Anzi, lui non se la sentiva «di continuare a studiare» e chiese «tempo prima di dare una risposta». Espose la sua «titubanza» a padre Pio, che gli rispose: «Fai quello che dicono i Superiori, altrimenti te ne pentirai per tutta la vita». E fr. Marcellino obbedì.
I titoli conseguiti trovarono un felice connubio con le sue doti comunicative. La prima parte del suo ministero sacerdotale fu al servizio degli studenti a Sant’Elia a Pianisi e a Campobasso, come precettore, direttore spirituale, insegnante, prefetto degli studi, animatore vocazionale e bibliotecario. La stima conquistata tra i suoi confratelli indusse il visitatore apostolico, fr. Clemente da Santa Maria in Punta, a nominarlo quarto definitore il 28 maggio 1965.
A partire dal 1991 fu ufficialmente nominato predicatore, servizio che lo ha reso ricercato e apprezzato.
Il ministro provinciale ha ricordato che “Il suo annuncio della Parola era caratterizzato, oltre che dalla chiarezza espositiva e dall’accattivante comunicativa, da un continuo far riferimento all’esemplare esistenza di padre Pio. Attraverso la vita del santo Confratello trovava il modo concreto di chiarire al popolo di Dio la parabola della vita cristiana, spiegandone le dinamiche e illustrandone le meraviglie”.
Dal 1995, accanto al ministero della predicazione, ha iniziato a svolgere, periodicamente, il suo servizio come ministro del sacramento della Riconciliazione a San Giovanni Rotondo, dove fu trasferito definitivamente nel 2004, in questo modo i superiori della Provincia hanno voluto garantire a tutti i pellegrini la possibilità di essere accolti e guidati dal suo servizio nel confessionale e di poter attingere alla sua illuminata parola.
Fr. Marcellino era ancora uno studente di Teologia quando, nel 1952, conobbe padre Pio. Fu inviato a San Giovanni Rotondo per la gestione della corrispondenza in lingua italiana e vi rimase per due mesi. Vi tornò per un identico periodo nel 1955 e, infine, dal 26 aprile al 26 settembre 1965 come addetto alle lettere in lingua inglese e come assistente personale dell’ormai anziano Confratello. Ma anche nei periodi in cui svolgeva altri compiti nei conventi del Molise, frequenti erano le sue visite a San Giovanni Rotondo.
La continua frequentazione con padre Pio ha dato occasione a fr. Marcellino di conoscerlo profondamente, di poter entrare in dialogo con lui su aspetti molto intimi e profondi.
“Fr. Marcellino – ha detto fra Maurizio – ebbe l’occasione di chiedere a padre Pio quando soffrisse di più e il frate stigmatizzato gli rispose che questo avveniva in concomitanza con la passione di Gesù, ogni venerdì. Oltre ad attingere a questa scuola di spiritualità, il sentimento di ammirazione lo indusse ad annotare in un diario le esperienze più significative vissute con padre Pio e i racconti ascoltati direttamente dalla sua voce”.
A vantaggio di tutti i devoti di san Pio ha, poi, raccolto e pubblicato i suoi ricordi e le sue ricerche in diverse opere letterarie, testimoniando l’affetto del Santo Stimmatizzato per tutti i suoi devoti e descrivendoci i mezzi che egli usava per alimentare la sua fede, e cioè la preghiera e la meditazione.
Scriveva fr. Marcellino: “Padre Pio era sempre immerso nella preghiera tranne i pochi momenti di ricreazione comune, però anche in questi momenti dava la sensazione di essere immerso nel mondo di Dio. Tra tutti mezzi che adoperava per crescere nella fede, c’era soprattutto la vita liturgica e la celebrazione della Santa Messa. L’Eucarestia rimaneva la sua attrazione. Quando non poteva celebrare, chiedeva la comunione la mattina, prestissimo”.
Da alcuni anni, la comparsa dei primi sintomi di una malattia neurodegenerativa ha segnato una progressiva limitazione alla sua attività apostolica, e, ha portato purtroppo alla perdita graduale prima delle capacità mentali e poi dell’equilibrio fisico.
La sua situazione ha richiesto, negli ultimi anni, una continua assistenza che ha potuto trovare nella nostra infermeria provinciale, dove, assistito amorevolmente da fr. Gregorio, dagli altri confratelli, dalle nostre suore, dal personale tutto, ha vissuto l’ultimo tratto della sua vita.
Fra Maurizio ha concluso l’omelia con questo pensiero: “Confortati dalla certezza che il nostro fratello Marcellino ha potuto vivere l’esperienza dell’intimità con Dio, facendone esperienza nella vita mistica di san Pio e attingendo a tale fonte per un fecondo ministero dell’annuncio della Parola di vita, lo affidiamo alla misericordia del Padre: associato nell’ultimo tratto della sua vita alle sofferenze di Cristo, con la forza e la compartecipazione che ha attinto dal suo Santo Confratello, possa ora entrare nella tenda del cielo per gustare della contemplazione del volto di Dio e godere del premio riservato ai servi fedeli”.
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Salve, signor Francesco Bosco, sono una ragazza che nel 2018 sono venuta a san giovanni rotondo, e da quell’ ora non mi sono staccata neanche un momento da padre pio… Non so come contattarla, sto inviando qua un messaggio, seguo tutti i video che presentate su youtube, ma se si può vorrei raccontarvi alcune cose, e mi farebbe piacere condividerli con voi su un video come gli altri video che lei condivide.. Spero di avere una risposta grazie mille..