Padre Alessandro Cristofaro, al secolo Raffaele, nasce a Ripabottoni, in provincia di Campobasso, il 5 gennaio 1920 da Domenico e Giovanna Cristofaro. Cresce in un contesto socioculturale familiare radicato nei valori della terra e di un’autentica religiosità. Raffaele è adolescente quando decide di entrare in convento tra i frati minori cappuccini. Il 21 novembre 1937 veste l’abito cappuccino cambia nome in fra Alessandro e inizia l’anno di noviziato.
Il 22 novembre 1938 emette la professione temporanea e il 30 novembre 1941 la professione perpetua. Ordinato sacerdote il 17 febbraio 1946, trascorre tre anni a Sant’Elia a Pianisi come vicedirettore e insegnante e nel 1950 viene inviato dai superiori a Roma nel collegio internazionale per specializzarsi in diritto canonico all’Università Gregoriana.
Tornato in provincia, continua a Campobasso, nel campo della formazione, ad offrire le sue qualità morali, intellettuali, spirituali, fraterne e pastorali. Prefetto degli studi, vice direttore per diversi trienni, insegnante di diritto, morale, francescanesimo e metodologia scientifica, responsabile della biblioteca, fra Alessandro, in questo convento vi resta fino al 2002, salvo una pausa, di circa sette anni dal 1958 al 1965.
Trascorre cinque anni, nel convento di Foggia Immacolata, dove è impegnato nel servizio alla provincia religiosa. Eletto definitore nel 1959, a 43 anni, è nominato segretario provinciale, archivista e cronista in un periodo sofferto e oscuro per la storia della provincia religiosa che viene investita da onde burrascose dopo la visita Maccari.
Nel giugno 1963 è in esilio, in Piemonte, ad Alessandria, per un anno e mezzo circa. Per tutti i frati componenti del definitorio, tra cui Padre Alessandro, il Sant’Uffizio impone l’esilio tra le provincie cappuccine italiane. Situazione che gli procura non pochi dispiaceri ed una intensa sofferenza interiore. Non può avere contatti con l’esterno, non è libero di muoversi ed agire, deve essere sotto oculata osservazione ed anche la posta in partenza ed in arrivo deve essere letta e controllata. Padre Pio ne soffre molto, fino alle lacrime. Una sera, scoppia a piangere, e dice ad un confratello: “Poveri figli miei!… quanto dovete soffrire… per me!”. Poi rivolto al frate assistente, aggiunge: “ti prego, ti prego: chiedi perdono alla Provincia da parte mia… se per me, i miei confratelli, devono soffrire tanto!”».
Nel 1964, arriva la quiete dopo la tempesta e fra Alessandro trascorre un anno a San Giovanni Rotondo. Finalmente può riabbracciare Padre Pio. Si intrattiene con lui, con i confratelli che conoscono Padre Pio da molto tempo, con i figli e le figlie spirituali. Raccoglie, custodisce, riordina carte, appunti e documenti. Dal suo cuore, innamorato di Padre Pio, dalla sua penna o meglio dalla sua sempre verde macchina da scrivere utilizzata senza sosta e oggi custodita nella stanza Padre Alessandro da Ripabottoni della sala di Lettura di San Giovanni Rotondo scaturiscono molte pubblicazioni: libri, documenti e testimonianze finalizzati alla conoscenza, all’approfondimento e alla divulgazione della storia del venerato confratello. Una enorme produzione letteraria che non si allontana mai dalla ricerca sulla vita e le virtù del cappuccino di Pietrelcina con cui ha sofferto, ha lottato e ne ha visto la glorificazione, prima beato e poi Santo. Fra Alesssandro porta a compimento nel 1974 la prima biografia critica del santo cappuccino, fiore all’occhiello all’interno delle sue molteplici pubblicazioni, punto di riferimento obbligato per chi vuole conoscere e scrivere sul santo stigmatizzato.
Padre Pio da Pietrelcina, Il cireneo per tutti, un sottotitolo che si è imposto negli anni ed è diventato l’appellativo classico ed universale di Padre Pio. Padre Alessandro diventa per la storia non solo la memoria storica della provincia religiosa ma si aggiudica l’appellativo di biografo di Padre Pio. Collabora col padre Melchiorre da Pobladura per la pubblicazione dell’Epistolario di Padre Pio. Durante il processo di beatificazione e canonizzazione lavora in modo instancabile, con una dedizione, passione e determinazione a dir poco straordinarie, senza risparmio di energie e di tempo, divenendo il primo e più diretto collaboratore della vice postulazione nella raccolta della documentazione necessaria al processo.
Padre Alessandro da Ripa come veniva scherzosamente chiamato dai confratelli, preparato culturalmente, innamorato dello studio, riesce a trasmettere ai confratelli con passione e generosità il suo bagaglio culturale, caratterizzato da un modo proprio di comunicare e di esprimersi, coniugando bene la scienza con una forte esperienza di Dio e di vita fraterna. Gli impegni nella formazione non lo distolgono affatto dal servizio sacerdotale, in particolare dal ministero della riconciliazione. A Campobasso è molto stimato ed è ricercato per la sua costanza e presenza nel confessionale e per la sua riconosciuta competenza su temi e problemi morali. Persona sensibile e serena, ricco di umanità, aperto alla vita e alle relazioni sociali e fraterne nel segno di un’autentica sincerità, genuinità e semplicità fra Alessandro da Ripabottoni venerdì 15 novembre 2002, all’età di 82 anni può finalmente raggiungere in cielo il suo illustre confratello e guadagnarsi il meritato Paradiso.
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Mi chiamo Salvatrice. Ho tanto desiro leggere l’intero Epistolario di Padre Pio. Come posso fare per averlo, acquistandolo. Vi ringrazio e attendo con ansia, vostro riscontro
Deve inviare una e-mail a info@vocedipadrepio.com oppure chiamare allo +390882418311
è possibile avere/trovare in qualche modo il libro “Padre Pio ci ruba i figli”?