La celebrazione Eucaristica di domenica 12 aprile delle ore 18 è stata presieduta da Padre Franco Moscone, Arcivescovo di Manfredonia Vieste San Giovanni Rotondo,
Padre Franco durante l’omelia ha riportato una serie di interrogativi che in queste ore in tanti gli hanno posto: “Come è possibile dire ripetere ed insistere, con quello che viviamo, con le immagini che passano davanti nostri occhi con quanto conosciamo nella realtà di oggi, che questo è il giorno del signore? Che oggi è Pasqua? E che ci rallegriamo ed esultiamo?”
L’arcivescovo ha dato delle risposte: “per poter affermare questa realtà che la liturgia della Chiesa ci chiede di dire con insistenza, abbiamo bisogno di fede robusta, abbiamo bisogno di speranza salda, abbiamo bisogno di questi doni che vengono dall’alto: la fede e la speranza. Queste non sono opera puramente umana ma dono di Dio, che viene dentro di noi e che trasforma le nostre vite anche se segnate dal dolore, dalla malattia e dallo stessa morte. Trasforma le nostre vite personali e la nostra vita sociale dell’intera città e dell’intera umanità“.
L’arcivescovo poi ha riportato la risposta alla domanda: Padre Franco quali sono i miei sentimenti?
Padre Franco Moscone ha subito sottolineato: “penso di partecipare i sentimenti di tutti credenti e non credenti, cristiani e non cristiani”. I sentimenti sono: smarrimento, sconvolgimento, ansia, paura, dubbio, tentazione della stessa fede. “Ma questo – ha detto padre Franco – mi rende veramente solidale con l’umanità intera, in primis con coloro che credono e lottano perché la fede resista e la speranza illumini, ma anche con chi non riesce a credere, con chi cerca di aggrapparsi o riaggrapparsi dopo periodi di mancanza di fede a motivazioni alte e trascendenti e riapre il testo del Vangelo e si riappropria magari con difficoltà a quella che è la preghiera e il sentimento del cuore. C’è bisogno oggi di questa solidarietà per poter di “Pasqua” e per poter rallegrarci ed esultare nonostante quello che accade e vediamo”.
“Noi – ha continuato l’arcivescovo – lo sappiamo davvero che la realtà vera non è la Quaresima, quella è transitoria. La realtà che resta e che resta per sempre è la Pasqua. E’ il Signore uscito dal sepolcro. E’ il risorto. E’ la vita e non la morte. E’ questo il messaggio di Pasqua. E’ questo il motivo per cui nonostante il vedere le tombe che si riempiono, le fosse comuni che riaprono, nonostante questo, noi dobbiamo dire che è possibile rallegrarci ed esultare perché è il giorno del Signore. Il Signore è risorto ed ha vinto la morte e vincerà ogni pandemia”