Fra Ruffino Megliola, al secolo Antonio, nasce a Lacedonia, in provincia di Avellino, il 15 luglio 1935, da Pietrangelo Raffaele e Giovannina Salvagno. L’esempio dei genitori e la trasmissione dei valori autentici lo spingono quasi spontaneamente verso un progetto di vita al servizio di Dio e dei fratelli al seguito di San Francesco d’Assisi. Entra in convento e il mese di settembre, in particolare la prima decade, segna le tappe significative del suo iter formativo: vestizione il 3 settembre 1952, professione temporanea il 5 settembre 1953, professione perpetua all’8 settembre 1956, ordinazione sacerdotale il 6 settembre 1959.
Un vero frate minore cappuccino nell’assidua e costante fedeltà al progetto di vita consacrata, nell’impegno circa l’osservanza dei voti, della Regola e delle tradizioni proprie dell’ordine. Fratello tra fratelli, amante del convento considerato sempre come la sua casa, aperto e disponibile con tutti, libero nel fare l’obbedienza sperimentando il senso della provvisorietà e della povertà di spirito. Generoso ed intenso il suo impegno nel servizio sacerdotale. Fra Rufino è sacerdote instancabile ed entusiasta. Ha una personalità dinamica, tenace, determinata, sensibile ed attenta ai gesti più semplici, aperta all’amicizia e alla convivialità, estroversa e discreta nello stesso tempo.
Nel 1961 è a Foggia Immacolata come sacrista, vice direttore IV liceo e nel gennaio del 1964 è vicario e vice maestro dei novizi a Morcone. Nel dicembre dello stesso anno è parroco a Cerignola e vi resta per 15 anni, nel corso dei quali è nominato economo, superiore e segretario provinciale per le parrocchie. Nel 1979 è eletto IV definitore e inviato a Campobasso come superiore, direttore dello studio teologico e docente. Nel 1982 è eletto III definitore ed è di convento a Termoli come vicario e parroco. Nel gennaio 1985 i confratelli cappuccini, all’età di 49 anni, lo eleggono ministro della religiosa provincia di Sant’Angelo – Foggia.
Guida la provincia religiosa durante le “celebrazioni dei Cento anni della nascita di Padre Pio” e il 23 maggio 1987 accoglie Papa Giovanni Paolo II. Quel giorno insieme a tutti i confratelli è in festa e si stringe attorno a sua santità per ringraziare il Signore per il grande dono che ha fatto al mondo: Padre Pio da Pietrelcina. Nel settembre dello stesso anno accoglie Madre Teresa di Calcutta che resta colpita dalla spiritualità e dal messaggio di Padre Pio.
I confratelli cappuccini nel capitolo provinciale del 1988 lo confermano come ministro. E’ sotto il suo provincialato che la provincia religiosa vive, a 22 anni dalla morte di Padre Pio, il 21 gennaio 1990, nel santuario di Santa Maria delle Grazie, la conclusione del processo diocesano per la beatificazione e canonizzazione del cappuccino di Pietrelcina. Una data storica. E’ guardiano a Pietrelcina per sette anni dal 1991 al 1998. Anno in cui torna a Campobasso come vicario e parroco. Vi resta fino al 2002.
La realtà parrocchiale, la formazione dei giovani, l’esercizio del servizio di autorità come guardiano di alcuni conventi importanti, come definitore provinciale e per un sessennio come ministro provinciale, rappresentano lo spazio umano, fraterno e pastorale dove da nel corso degli anni il meglio di sé e nei quali spende gran parte delle sue energie e qualità come frate cappuccino, pastore zelante, guida illuminata, animatore generoso con uno stile tutto personale di esprimersi, comunicare e rapportarsi, che aldilà dell’atteggiamento esteriore o meglio della scorza spesso dura indigesta, nasconde un’umanità intensa, calda, attenta, delicata, affettuosa e discreta, giammai di facciata o ricercante il consenso di tutti a tutti costi. Dietro quella scorza alquanto dura e dietro quello sguardo a volte severo, nasconde un cuore grande, una bontà semplice e disarmante.
Ministro e servo, fra Rufino da Lacedonia, sa dare fiducia ed avere pazienza. E’ presente e dialoga con i frati, talvolta soffre nell’arduo esercizio di autorità rapportato al senso di discernimento, all’assunzione a volta di decisioni difficili e sofferte, alla capacità di essere al passo con i tempi e le nuove sensibilità. Ha un grande amore per la missione dei cappuccini nel centro dell’Africa, in Ciad dove puntualmente si reca per la visita fraterna e pastorale, anche in frangenti tumultuosi, convinto dell’importanza della sua presenza come principio di incoraggiamento e sostegno per i confratelli cappuccini missionari.
Il 30 ottobre 2002 alle 5:30 del mattino per il sessantasettenne fra Ruffino Megliola da Lacedonia si ferma il tempo della sua esperienza umana, fraterna e pastorale. Viene chiamato al cielo per cantare insieme a Padre Pio che ha visto canonizzato la lode, la gloria, la sapienza, l’onore, il rendimento di grazie ed ogni benedizione a Dio.
RIPRODUZIONE RISERVATA ©
Pace e Bene,
p. Rufino da Lacedonia “Il 31 ottobre 2002 alle 5:30 del mattino per il sessantasettenne fra Ruffino Megliola da Lacedonia si ferma il tempo della sua esperienza umana, fraterna e pastorale. Viene chiamato al cielo per cantare insieme a Padre Pio che ha visto canonizzato la lode, la gloria, la sapienza, l’onore, il rendimento di grazie ed ogni benedizione a Dio”.
Non è esatto perché p. Rufino è deceduto il 30 ottobre 2002. Si i documenti ufficiali danno la data errata.
Il 31 si sono svolti i funerali caratterizzati dalla scossa di terremoto.
Grazie per avermi ascoltato. fr. Matteo Canestrale