Il 6 gennaio 1903 Francesco lascia la sua famiglia d’origine, lascia la sua Pietrelcina per abbracciare la famiglia cappuccina. Entra in convento nel noviziato di Morcone.
Il 3 gennaio, riceve dal sindaco un certificato attestante la sua «buona condotta morale e politica»;
Il 5 gennaio la curia arcivescovile di Benevento gli firma la lettera testimoniale. Il distacco si preannuncia, giorno dopo giorno, doloroso. Lo ricorderà Padre Pio in uno scritto al padre Benedetto da S. Marco in Lamis, svelando il suo nobile e fragile cuore di uomo: «Ma non è da credersi però che quest’anima nulla avesse a soffrire nella parte inferiore per l’abbandono da dare ai suoi ai quali si sentiva fortemente legata. Sentiva macinarsi persino le ossa in questo abbandono da fare e questo dolore lo sentiva sì al vivo che era sul punto di svenire. Come si appressava il giorno della sua partenza questo strazio andava sempre più crescendo».
Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio – che sarebbe stata l’ultima notte fra i suoi cari – in una visione Francesco vede e sente Gesù e la Madre sua che lo incoraggiano ancora e gli assicurano la loro predilezione.
Ecco il giorno tanto atteso, 6 gennaio, giorno della partenza. È festa dell’Epifania. Dopo la messa, assistita nella chiesa parrocchiale di buon mattino, abbracci e saluti al fratello, alle sorelle, allo zio Pellegrino, a tutti i familiari e a qualche vicino di casa. In ginocchio Francesco chiede ed ottiene la benedizione della mamma. Affezionato com’è a mamma Peppa, prova tristezza immensa nel lasciarla.
Tuttavia non versa «neppure una lacrima nel doloroso distacco, nonostante il doloroso martirio» che lo strazia «nell’anima e nel corpo». Ascolta le parole di una mamma forte: «Figlio mio, in questo momento non pensare al dolore di tua madre. Devi partire e vai»
In seguito Padre Pio rievocherà, con occhi gonfi di lacrime, il dolore per il distacco e la decisa parola della mamma nel commiato: «Lo so io quanto soffrì mamma mia. Mi ricordo che la mattina che dovevo partire, mamma disse: Figlio mio, mi sento squarcià ’u core, però San Francesco ti chiama e tu devi andare». Francesco, con la mamma e i familiari nel cuore, con la sua vecchia casa e tutta Pietrelcina negli occhi e nell’anima sensibilissima, è in viaggio per Morcone, verso i monti del Matese. Lo accompagnano (oltre la mamma con le preghiere, il papà in America con il ricordo) il maestro Càccavo e don Nicola Caruso.
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