Il 25 maggio 1987 Papa Giovanni Paolo II fa visita a San Giovanni Rotondo. Scende nella cripta di Santa Maria delle Grazie e sosta in ginocchio, in preghiera per dieci minuti sulla tomba di Padre Pio. È la prima volta che un Papa si inginocchia dinanzi al sepolcro di una persona che non è stata canonizzata. Poggia la sua mano sul grande blocco di granito che sovrasta la sepoltura del Servo di Dio. Il suo volto appare contratto. Il suo sguardo, dalla tomba, va verso l’alto. Trascorrono solo dieci minuti. Dieci minuti che, a tutti coloro che assistono all’evento, sembrano un’eternità.
Il discorso di Giovanni Paolo II nel Santuario di Santa Maria delle Grazie
Nel Santuario di Santa Maria delle Grazie tiene un discorso significativo. Giovanni Paolo II indica il frate di Pietrelcina come modello per tutti i presbiteri.
«Un aspetto essenziale del sacro ministero – afferma – e ravvisabile nella vita di Padre Pio, è l’offerta che il sacerdote fa di se stesso, in Cristo e con Cristo, come vittima di espiazione e di riparazione per i peccati degli uomini». E più avanti aggiunge: «Questa offerta deve raggiungere la sua massima espressione nella celebrazione del Sacrificio eucaristico. E chi non ricorda il fervore col quale Padre Pio riviveva, nella Messa, la Passione di Cristo? Da qui la stima che egli aveva della Messa, da lui chiamata “un mistero tremendo”, come momento decisivo della salvezza e della santificazione dell’uomo mediante la partecipazione alle sofferenze stesse del Crocifisso. “C’è nella Messa – diceva – tutto il Calvario”.
Padre Pio modello per tutti i sacerdoti
La Messa fu per lui la “fonte e il culmine”, il perno e il centro di tutta la sua vita e di tutta la sua opera». Poi l’attenzione del Santo Padre si sofferma su un altro aspetto della missione sacerdotale del venerato Cappuccino. «Questa intima e amorosa partecipazione al Sacrificio di Cristo fu per Padre Pio la origine della dedizione e disponibilità nei confronti delle anime, di quelle soprattutto impigliate nei lacci del peccato e nelle angustie della miseria umana… Anche questo può essere un esempio per molti sacerdoti a riprendere o a migliorare un “servizio ai fratelli” così legato alla loro missione specifica, che è sempre stato ed ancor oggi dev’essere ricco di frutti spirituali per l’intero popolo di Dio, soprattutto in ordine alla promozione della santità e delle sacre vocazioni».
L’intervento del Pontefice si conclude con parole che sembrano un profetico accenno di spiegazione della missione di Padre Pio: «Voglio ringraziare con voi il Signore per averci donato il caro Padre, per averlo donato, in questo secolo così tormentato, a questa nostra generazione. Nel suo amore a Dio e ai fratelli, egli è un segno di grande speranza e tutti invita, soprattutto noi sacerdoti, a non lasciarlo solo in questa missione di carità».
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