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Ho visto morire Padre Pio

Il racconto dell'infermiere Pio Miscio

Nell’elenco dei testimoni della morte di Padre Pio, figura solo una persona senza nome. Fra Gerardo Di Flumeri autore dell’elenco scrisse: “un infermiere di Casa Sollievo della Sofferenza”.

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Proprio un anno fa abbiamo dato un nome a quel testimone attraverso il programma televisivo “Padre Pio nella mia vita“.

Si tratta di Pio Miscio, che per cinquant’anni, come ci ha spiegato, ha conservato gelosamente quei ricordi. Grazie al figlio Francesco, siamo riusciti a fargli raccontare la sua storia. Infermiere professionale della Casa Sollievo della Sofferenza, ottantenne, pensionato da 57 anni, sposato con la pietrelcinese Filomena Cardone. Il matrimonio venne celebrato da Padre Pio il 25 agosto 1962.

Quella notte (22-23 settembre 1968) era a lavoro nel reparto di chirurgia uomini. Dopo la mezzanotte “arrivò il dott. Scarale dicendomi di prendere subito l’aspiratore in sala operatoria e portarlo in convento perchè Padre Pio stava male“. Si trattava di un apparecchio ingombrante, pesante e difficile da trasportare. Pio non si accorse della enorme fatica che fece per trasportare l’apparecchio, tenendo conto che la pavimentazione del sagrato di Santa  Maria delle Grazie era in rifacimento e quindi dovette sollevarlo da terra. La cosa più importante da fare era giungere quanto prima nella cella di Padre Pio.

Padre Pio era seduto su una poltrona attorniato dai suoi confratelli e familiari, assisitito dal dott. Gusso e dal dott. Sala. Il dott. Scarale fece tutto il possibile per rianimarlo con l’occorrente che avevamo portato dall’ospedale. Padre Pio pregava o meglio invocava “Gesù Maria, Gesù Maria“, poi chinò il capo tra le braccia del dott. Scarale e spirò. Ero in un angolo della cella sconvolto, incredulo, addolorato”. Pio venne richiamato in reparto perché avevano bisogno di lui, il dovere lo chiamava.

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