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Il mio angelo custode avvisò Padre Pio ed io mi salvai

Il racconto di. padre Eusebio Notte

Padre Eusebio Notte, confratello e assistente di Padre Pio per diversi anni, sperimentò di persona la validità della funzione di messaggero dell’angelo custode.

Egli attesta: “Dovevo partire per l’Irlanda e, parlando di ciò a Padre Pio, gli dissi che avrei preso l’aereo. Egli cercò di dissuadermi: “Promettimi che userai altri mezzi, ma non l’aeroplano, non andare in aereo”. Glielo promisi mezzo mezzo e a denti stretti, e così feci. Al ritorno però i miei amici mi convinsero a prendere l’aereo. E mi offrirono il biglietto che io accettai.

Durante il volo fummo costretti ad attraversare un campo di turbolenze. Ed un fulmine colpì un motore che andò in fiamme. Il capitano avvertì del pericolo i passeggeri esortandoli a stare calmi, perché era sicuro di poter tentare un atterraggio di fortuna. Io mi rivolsi all’angelo custode e lo mandai da Padre Pio perché lo informasse del pericolo che stavo correndo.

L’atterraggio di fortuna riuscì, col sollievo – si può immaginare – di tutti. Tornato a S. Giovanni Rotondo, nel salutare il Padre gli dissi: “Padre, vi ho disobbedito”. E raccontai l’accaduto. Padre Pio mi ascoltò e poi concluse: “Meno male che l’angelo custode ha fatto in tempo ad avvisarmi, altrimenti tu non saresti qui.

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