La morte di Padre Pio è un dono per noi, oggi. Per lui era un’attrattiva perché amava sinceramente Dio. Dio era l’Unico, perciò la morte è un guadagno: “Sono divorato dall’amore di Dio e dell’amore del prossimo. Dio per me è sempre fisso nella mente e stampato nel cuore. Mai lo perdo di vista: mi tocca ammirare la sua bellezza , sui sorrisi, i suoi turbamenti, le sue misericordie e i sui giudizi. in Lui mi sento sempre riposato, anche se all’esterno è scomodo. La morte me la sento netta, piena di elasticità, il cuore libero e largo come il mare”. Si possono ritrovare molte parole stupende come questi usate dal suo epistolario. Ma è l’amore di Dio che lo spinge, al pensiero che uno è morto per tutti. Voleva essere consumato dall’amore per vedere Dio. Si sentiva in esilio e sospirava la casa del Signore, la sua casa, perché il Signore risolto ha detto: “Vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siete anche voi dove sono io” (Epist. Gv 14 2-3).
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Padre Pio parlava della morte come di un’amica fedele: “La chiamo di giorno, la chiamo di notte…è un grido che viene spontaneo dalle labbra…forse in fondo alla mia anima correrà una segreta speranza che dalla polvere spunterà il suo raggio luminoso”. E diceva ancora: “Forzo le ore, i giorni e gli anni col desiderio a scorrere con celerità, e al termine di ogni giornata mi sento sempre più racconsolato, perché vedo sgravarmi e diminuire il peso del tempo che mi grava addosso e mi separa dall’eterno Sole”. Qualche volta di spuntavano del frasi che si possono dire solo nell’esperienza mistica: “Che brutta cosa è vivere di cuore! Bisogna morire tutti i momenti di una morte che non fa morire se non per vivere e morendo vivere”. Questa era la morte di Padre Pio .
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