Era il 23 maggio 1987 quando sua Santità Giovanni Paolo II, giunse a San Giovanni Rotondo. Vi era stato altre tre volte. Da prete nel 1948, la seconda nel 1962 da vescovo e la terza da cardinale nel 1974.
Di quel viaggio Giovanni Paolo II, ha consegnato alla storia un gesto importante. Accompagnato nella cripta di Manta Maria delle Grazie dall’allora guardiano del tempo, fra Marciano Morra e da fra Fravio Roberto Carraro, ministro generale dei cappuccini, si inginocchiò sulla tomba di Padre Pio, cancellando – di fatto – il divieto del Sant’Uffizio di recarsi a San Giovanni Rotondo «per motivo di devozione», emanato il 24 luglio 1924 e formalmente mai revocato.
Con la mano destra poggiata sul granito della tomba del venerato Padre Pio, è rimasto in ginocchio per circa dieci minuti, raccolto in profonda preghiera.
Poi insieme ai cappuccini fece una foto ricordo e rivolgendosi padre Generale disse: “E adesso fatelo camminare questo Padre Pio!“.
Il giorno seguente mentre lasciava San Giovanni Rotondo ammirava la Casa Sollievo della Sofferenza. L’Arcivescovo Vailati che gli era accanto, in auto, per accompagnarlo a Monte Sant’Angelo ricordava che il Papa gli disse: “questo ospedale è veramente un’opera grandiosa, in continuo sviluppo. Per me, questo è il miracolo più bello fatto da Padre Pio. Un’opera come questa non può avere altra origine se non da molta preghiera e sofferenza e da una straordinaria carità. Quando venni la prima volta da padre Pio ero un giovane sacerdote e mi aspettavo di vedere in lui una copia di San Francesco d’Assisi, piccolo, dimesso. Invece padre Pio era un bell’uomo, alto, robusto; però mi colpì in lui la preghiera, come celebrava la Messa, e la sofferenza. Così si spiega la Casa Sollievo della Sofferenza”.
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