Nella lotta contro il diavolo, padre Placido da San marco in Lamis, raccontò che quando padre Pio era in permanenza nel convento di Sant’Anna a Foggia, nella sua stanza, situata sopra il refettorio, spesso accadeva il finimondo, con strani rumori e chiasso indescrivibile. I frati dicevano che con l’arrivo di Padre Pio era giunto anche il diavolo. Un giorno, però, un confratello, disse a Padre Pio che in fraternità non se ne poteva più e che d’ora in poi a quell’ora, con i suoi ospiti si sarebbe fatto trovare anche lui per vedere se avevano il coraggio di presentarsi davanti a lui, proponendosi pure in caso contrario di aiutarlo a mandarlo via. Questo frate che Padre Placido non cita, era un tipo di poche parole e molto sbrigativo sul piano operativo. Infatti, la sera, armato di coraggio e preghiere, con il Rosario e la croce in mano, attese nella stanza di Padre Pio.
Il giovane cappuccino lo aveva preavvertito che erano scene tempestose. Era lui, sicuro di sé, perché certo che il nemico non si sarebbe presentato, dato che, essendo principe delle tenebre agiva da clandestino e non amava la luce e schivava la presenza di strani intrusi. E poi trattandosi di lotta non era l’ultimo arrivato in questo mondo in fatto di muscoli. Fiducioso attendeva. Ad un certo momento dovette uscire per andare un attimo nella sua stanza. Appena uscito successe il finimondo nella stanza di Padre Pio. Come ogni sera accadeva i confratelli trovarono padre Pio tutto ammaccato e in un bagno di sudore.