All’inizio dell’anno 1904 la comunità religiosa di Morcone, per tre volte e a pieni voti, decretò l’idoneità di Fra Pio alla vita cappuccina. Il fraticello di Pietrelcina cominciò subito un corso di esercizi spirituali in preparazione alla professione religiosa. Padre Guglielmo da Giovanni Rotondo, in proposito, annotò: “non posso dimenticare i nove giorni precedenti alla sua prima professione religiosa, trascorsi con tali pratiche di pietà, di preghiere, di lacrime, nel prepararsi degnamente al momento solenne in cui doveva proferire la promessa di voti, che certamente nel suo pensiero intendeva fosse perpetua, come poteva dedursi dall’ansia grande, dall’aspettativa quasi impaziente di presentarsi all’altare di esternare con la parola a Gesù, alla Vergine Santissima, ai superiori, quello che dimorava fermamente nel suo cuore.
Giunse finalmente il 22 gennaio. Alle ore 11:45, circondato da tutta la comunità, Fra Pio da Pietrelcina si inginocchiò davanti all’altare della chiesetta annessa al convento, pose le mani in quale in quelle del padre guardiano Francesco Maria da Sant’Elia a Pianisi e, con voce incrinata dalla commozione disse: “Io, fra Pio da Pietrelcina, faccio voto e prometto a Dio Onnipotente, alla Beata Maria sempre Vergine, al Beato padre San Francesco, a tutti i Santi e a te, o padre, di osservare la regola dei Frati Minori, da signor Papa Onorio confermata, vivendo in obbedienza senza nulla di proprio e in castità”
A queste, fecero eco le parole del padre guardiano che aggiunse: “Ed io da parte di Dio, se queste cose osserverai, ti prometto la vita eterna”. Erano presenti mamma Peppa, il fratello Michè Michele e lo zio Angelantonio”. Fu intonato il salmo 132. Dopo la solenne cerimonia, tutti abbracciarono il neo professo. La mamma, con gli occhi pieni di lacrime ,riuscì solo a dire: “Figlio mio ora sì che sei figlio tutto di San Francesco…; e che ti possa benedire!…”. Quello stesso giorno il superiore, Padre Francesco Maria di Sant’Elia a Pianisi ,in qualità di delegato del molto reverendo padre Pio da Benevento ministro provinciale, chiamò Fra Pio da da Pietrelcina nella libreria del convento. Alla presenza di due testimoni, il padre Tommaso da Monte Sant’Angelo e Padre Bernardo da Guardialfiera, in conformità dei decreti della Sacra Congregazione sopra dei Regolari del 19 marzo 1857 e il 12 luglio del 1858, chiese al neo professo di rispondere con “sincerità e verità” alle domande che gli sarebbero state rivolte. Fra Pio da Pietrelcina, dopo aver pronunciato la formula del giuramento e toccato il libro del santo Vangelo, con fermezza rispose:
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- di conoscere sufficientemente lo stato della religione cappuccina, il contenuto degli accennati decreti e quando si deve promettere ed osservare con la professione dei voti semplici;
- di fare la professione spontaneamente, sinceramente con vera intenzione di obbligarsi a Dio con i tre voti semplici di obbedienza, povertà e castità; osservando la vita dei frati minori cappuccini;
- di non essere indotto a tale professione da minaccia, sforzo e seduzione di qualsivoglia persona del secolo o della religione; ma farla di propria volontà per consacrarsi a Dio nello stato religioso e più facilmente salvarsi;
- di non avere, né conoscere di avere infermità incurabili ed altro impedimento naturale, civile e canonico-civile per fare la professione suddetta;
- di assoggettarsi al regolamento di perfetta vita comune di adempimento di quanto viene prescritto delle ordinazioni e decisioni del capitolo generale del 1866.
Quindi fra Pio, “di propria mano” scrisse la seguente dichiarazione: “Io, Fra Pio da Pietrelicna, che al secolo mi chiamavo Francesco Forgione di Orazio e di Giuseppe Di Nunzio, nato il di 25 maggio 1887, coll’obbedienza del molto reverendo Padre Pio da Benevento della Provincia di Sant’Angelo, vestito per chierico in questo nostro convento di Morcone il dì 22 gennaio 1904 alle ore 9 antimeridiane, avendo compiuto l’anno del mio noviziato a norma dei decreti della Sacra congregazione sopra i Regolari, , ho fatto questa mattina alle ore 11:30 la professione dei voti semplici nelle mani del reverendo Padre Francesco Maria da Sant’Elia, con l’obbligo di assoggettarmi al regolamento della perfetta vita comune in adempimento di quanto viene prescritto dalle ordinazioni e decisioni del capitolo generale del 1886 e dichiaro di aver fatto questa mia professione liberamente, spontaneamente, sinceramente e con piena cognizione di quanto promesso, non conoscendo ostacoli che si possono opporre alla validità della medesima. In fede di che mi sottoscrivo. Io, fra Pio da Pietrelcina. ” Fra Pio aveva così contemplato ogni rito e ogni formalità per l’emissione di voti semplici. Ma quella professione, di per sé temporanea egli, in cuor suo come ebbe a confidare ad un suo confratello, l’aveva fatta in maniera “perpetua”.
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gracias por tantas bendiciones ternura amor perdon luz carino cercania misericordia ALELUYA SALVE VIRGEN Y ESPOSA.
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