Padre Luigi Ciannilli, al secolo Teodorico Beniamino, nasce a Serracapriola il 7 gennaio 1924, da Nunzio Luigi e Luisa Marinelli.
A 9 Teodorico da una mano nei campi. Si ammala di malaria, ma si salva da morte certa. E’ un ragazzo discolo e si definisce il “monello di Serracapriola“. Un giorno il papà portandolo in campagna gli dice: “uagliò o prete o a zappare la terra con me”. Teodorico non vuole diventare prete, perché non gli piace il colore nero e allora il papà passando per il convento dei cappuccini di Serracapriola gli dice: “o monaco o a zappare la terra”. Il ragazzo accetta. In convento incontra fra Francesco da Torremaggiore che diventa lo strumento di Dio per Teodorico che si riprende fisicamente, va a scuola e si avvicina a Dio. A 12 anni, nel settembre 1936, entra in convento a sant’Elia a Pianisi. Veste l’abito religioso il 20 luglio 1941 e cambia nome in fra Luigi Ciannilli da Serracapriola. Professa i voti temporanei il 2 agosto 1942. Li conferma con la professione perpetua il 29 novembre 1945. “Mi raccomando, preparatevi bene al sacerdozio”, con queste parole il santo di Pietrelcina si rivolge ai gruppo di fraticelli studenti che a San Giovanni Rotondo lo incontrano. Tra questi fra Luigi che il 4 marzo 1949 viene ordinato presbitero.
Ancora fresco di crisma presbiterale, venticinquenne, parte missionario per l’Eritrea. Ricorda con emozione l’abbraccio commosso di Padre Pio che incontra nuovamente al suo ritorno dalla missione: “mi ha cambiato l’anima” ricorda Padre Luigi. Ritorna in provincia nel 1952 e viene inviato provvisoriamente a Pietrelcina, poi a Gesualdo, quindi a Campobasso, per iniziare un lungo servizio di guardiano che ha accompagnato tutta la sua vita di frate cappuccino. E proprio per questo il suo principio con i superiori è “niente chiedere, niente rifiutare”. Nel 1953 è superiore a Morcone, sede della casa di noviziato per tre anni. Tante le bocche da sfamare in convento e Padre Luigi non si risparmia mai nell’accettare incarichi di predicazione ai quattro angoli d’Italia, felice di portare con il suo lavoro nella vigna del Signore, il pane ai suoi novizi. Nel 1956 è vice-parroco a San Severo. Nello stesso anno parte per la Sardegna, con le Pontificie Opere Missionarie, prima Carbonia poi guardiano a Rapolla. Nel 1962 è in Svizzera per svolgere il ministero di cappellano degli emigranti.
Nel gennaio 1964, a 40 anni, è nominato guardiano del convento di Foggia Immacolata. Inizia così un periodo fecondo di apostolato tra i laici francescani appartenenti al TOF: Terzo Ordine Francescano, oggi OFS. Gli viene chiesto di occuparsi del TOF come commissario, ovvero come assistente spirituale della provincia religiosa. E’ direttore responsabile della rivista L’Amico del Terziario, allora mensile della provincia di Sant’Angelo Foggia. Nel 1979 è superiore, parroco ed economo a Foggia Sant’Anna. Vi resta fino al 1985, quando i superiori lo nominano guardiano a Larino e assistente provinciale della “Piccola Compagnia di Santa Elisabetta“. Dopo essere stato parroco a San Severo per tre anni, nel 1991 torna a Serracapriola. Vi resta per 24 anni, dove nel corso dei quali è guardiano, parroco, assistente locale e provinciale Ofs e assistente Araldini.
All’età di quasi 75 anni, nell’autunno del 1998, terminato il suo mandato di guardiano, padre Luigi resta a Serracapriola e si inserisce nel nuovo progetto della provincia religiosa che realizza in quel convento, ribattezzato “Convento di Padre Pio giovane”, un centro di accoglienza del laicato dei pellegrini. Per renderla idonea allo scopo, l’antica costruzione cappuccina subisce un importante restauro conservativo e con la sua naturale veemenza, Padre Luigi, vive con grande partecipazione quella fase così importante per il convento del suo paese e, accettando le provocazioni dei frati più giovani, non fa mancare il suo parere su ogni scelta da compiere, ma si lascia spesso persuadere, e da buon nonno, cede il passo, imparando ad accogliere l’entusiasmo e l’inventiva dei suoi confratelli. In questo periodo si dedica anche a preparare delle pubblicazioni, dedicate alla sua Serracapriola e alle preghiere. Superata la soglia di novant’anni, nel 2015, accetta il lamento delle ginocchia e dei bronchi e raggiunge l’infermeria provinciale a San Giovanni Rotondo, dove comunque non vive da malato. Trascorre gli ultimi anni con il dinamismo di sempre: confessa i pellegrini, celebra l’Eucaristia e predica nel santuario, finché può.
Dopo un lento, ma progressivo decadimento, fisico psicologico, negli ultimi mesi del 2020 fra Luigi Ciannilli da Serracapriola, si adagia nel sudario, necessario e nobile, del transito verso il cielo e, accudito amorevolmente dalle suore, dai frati e dal personale dell’infermeria, all’età di 96 anni, vola al cielo il 12 maggio 2020.
RIPRODUZIONE RISERVATA