La morte, soltanto la morte, può dare qualche refrigerio alle pene di Padre Pio. Questo è in sintesi è il messaggio che estrapoliamo dalla lettera dell’11 novembre del 1914 che il giovane frate di Pietrelcina scrive al suo padre spirituale: Padre Agostino da San Marco in Lamis. Nel 1914 Padre Pio è a Pietrelcina. Vi soggiorna ormai da diversi anni. Una strana malattia lo costringe a vivere in famiglia e non in convento. Padre Agostino e Padre Benedetto più volte chiedono al cappuccino di tornare in convento. Difatti nella lettera del 2 novembre Padre Agostino è diretto: “il provinciale (Padre Benedetto) mi ha detto franco ch’egli non crede sia il Signore che vi vuole costà (a Pietrelcina), fuori del chiostro e quindi egli brama da voi la certezza in questo punto oscuro”.
La lettera dell’11 novembre 1914 di Padre Pio a Padre AgoStino
Padre Agostino, il 2 novembre 1914, scrive:“Il provinciale dice: come mai Dio possa, per maggior perfezione, prendere un’anima dal chiostro e metterla per sempre in mezzo al secolo? Quindi, sebbene egli non dubiti del vostro stato straordinario, su questo punto dubita e vorrebbe che voi aveste la forza di venire a morire nel chiostro, come ogni vero figlio di san Francesco. Questo il giudizio del provinciale. Ora perché non insistere presso il Signore e non far dolce violenza al suo Cuore, affinché vi permetta di dire ogni cosa ai superiori, dalla cui ubbidienza Dio non dispensa?”.
Padre Pio l’11 novembre 1914 risponde: “sebbene molto oppresso dall’infermità corporali, ho raddoppiato le suppliche e le austerità per quel fine da voi indicatomi coll’ultima vostra; anche altre persone hanno pregato per lo stesso fine. Sventurato me! Il tutto è riuscito impossibile. Mi sento affatto impotente e privo più che mai di ogni forza per quel tal sacrificio che voi da me chiedete. Tal privazione di forza non può affatto provenire dall’istinto della propria conservazione poiché tengo a dichiararvi, e ne chiamo Dio in testimone, che io bramo ardentemente la morte e molte preghiere e lagrime fo al Signore per tal fine. Pregate anche voi il Signore ed il tutto ve lo chiedo per quanto voi avete di più santo e di più sacro, affinché per la sua bontà di padre si degni spezzarmi la vita e togliere il suo servo da tanto obbrobrio e da tanta abbiezione”.
Poi aggiunge: “Padre, credetemi, non ne posso più, la morte soltanto può dare un refrigerio a tante mie pene ed angustie. Perdonatemi il dolore che vi arreco nello scoprirvi una parte delle mie amarezze; troppo crudele io sono, ma voi, tanto buono, mi compatirete, non è vero? Il maligno spirito mi sta torturando in ogni guisa; ci riuscirà a far prevaricare un’anima che in Dio si abbandona? Io non lo temo affatto; la grazia di Gesù mi rende potente in tutto”.
Inoltre Padre Agostino aveva anche chiesto, nella lettera del 2 novembre, di pregare “per l’anima del povero babbo ch’io quasi non conobbi quaggiù, perché morì quand’io avevo due anni, e vi pregavo pure di farmi sapere da parte di Dio, se era possibile, se egli è salvo”. E Padre Pio lo rassicura: “State tranquillo, vostro padre vi aspetta lassù: egli perora presso l’altissimo la causa del figlio suo.”
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Letto ,ma trovo difficile comprendere il dolore che Padre Pio nella sua anima doveva provare.
Ma per quanto noi chiediamo ,anche la morte ,Dio a tutt’altri piani per Padre Pio e anche per tutte le persone che egli ama.
Quante volte ho chiesto a Dio di portami via dalla terra stanco di piangere per Eterni ferimenti, eppure eccomi qui ancora alla mia età ….. So solo che se Dio ci mette alla prova noi dobbiamo essere ubbidienti ed sopportare con gioia verso le persone e da soli piangere al cospetto Divino.
Grazie per questa lettera
Buon Natale
Luigi
Carissimi confratelli di padre Pio, posso solo immaginare quanto può essere stato grande il dolore che il caro padre Pio ha provato in giovane età . E viene da chiedere perchè il buon Dio permette che alcuni suoi figli siano provati da così dure e amare esperienze? Forse il Signore ha aperto un solco grande nella sua anima per poi riempirla in profondità dell’ immenso amore del Padre Celeste che non è ben conosciuto da noi comuni mortali. E inoltre avendo padre Pio sperimentato di persona la vera sofferenza fisica e morale ha potuto ben capire la grande sofferenza di ogni essere umano, cercando in tutti i modi di alleviare ogni tipo di sofferenza nei prossimi che il Signore gli metteva accanto.
In quei momenti che lui desiderava ardentemente la morte sarebbe stato bello che qualcuno lo avesse abbracciato stretto per qualche minuto per dimostrargli affetto e amore. Anche Gesù nella salita al calvario ha voluto aver bisogno dell’aiuto di Simone di Cirene, forse per dirci che anche noi comuni mortali dobbiamo stringerci attorno nei momenti di tribolazione per realizzare la fratellanza universale voluta dal Padre celeste ,perchè tutti siamo figli dello stesso Padre.
” Oh padre Pio, per tutto l’amore che tu hai dimostrato per ogni nostra sofferenza voglio dirti che anche io ti voglio bene , e se adesso posso offrire un piccolo sacrificio che possa servire per avere alleviato le tue sofferenze di gioventù , ecco che lo offro volentieri. Però anche tu che ora sei nella pienezza di vita stacci sempre vicino in questo viaggio terreno, sopratutto nei momenti delle tristezze e disperazioni”.
Giovanni m.
Più mi si avvicina GesuCristo e piu mi sento terribilmente solo è la logica dell’Amore, non potrei in alcun modo rifiutare la croce che Gesù mi regala. Pedro Guadano.