Il 29 aprile 1919 da San Giovanni Rotondo, Padre Pio scrisse a Padre Benedetto Nardella, ministro provinciale. Il giovane cappuccino, segnato dalle stigmate del Signore si lamentò col suo superiore sulle trasgressioni contro la povertà. In questa lettera Padre Pio scrisse dell’umiltà e della carità: “le corde maestre di tutto il grande edificio, e tutte l’altre sono dipendenti da esse. Mantenetevi bene in queste. L’una è la più bassa, l’altra è la più alta. La conservazione di tutto l’edificio dipende dalle fondamenta e dal tetto; se si tiene sempre il cuore indirizzato all’esercizio di queste, non si incontrano poi difficoltà nelle altre. Le madri delle virtù, quelle le seguono come fanno i piccoli pulcini nel seguir le loro madri“.
Padre Pio poi, riferì una lamentela di Gesù, perché si era trasgredito il voto della povertà anche in mezzo “a questa nostra provincia, da lui riguardata con occhio specialissimo a preferenza dialtre. Raccomandiamoci al Signore, affinché questo non abbia più a ripetersi”.
Poi annotò al suo provinciale che qualcuno gli aveva rubato il breviario: “mi hanno rubato il breviario. Come debbo fare? punitemi pure ma vi prego a volermelo provvedere al più presto”.
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