Dal giugno del 1931 al luglio 1933 Padre Pio venne segregato in convento.
Venne privato dal Sant’Uffizio di ogni esercizio di ministero con l’unica eccezione di celebrare la santa Messa, ma dentro le mura del convento, nella cappella privatamente e non in pubblico.
Padre Agostino nel suo diario ci racconta come trascorse il 24 novembre 1932: circa gli avvenimenti che l’avvolgono Padre Pio gode un’indifferenza meravigliosa. “Avvenga quel che voglia avvenire“, mi ha detto, io mi sento calmo”. La giornata di Padre Pio trascorreva tra preghiera e studio. In Coro con gli altri Religiosi all’ufficio e poi vi restava delle ore a pregare. La mattina la sua Messa in cappellina dura va sempre più di un’ora. A mezzogiorno mangiava pochissimo, la sera non prendeva nulla.
Padre Agostino racconta inoltre che era “sempre gioviale e buono con i confratelli e con gli amici”. Interrogato da Padre Agostino sul conto spirituale di alcune anime “ha risposto giusto, secondo coscienza” … “si può dire illuminato da una grazia speciale del Signore”.
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