Il 14 novembre 1932 Padre Pio scrive al ministro generale dei frati minori cappuccini Padre Virgilio da Valstagna per metterlo al corrente di qualcosa di “assai rincrescevole“. Padre Pio racconta che “alcune persone si abusavano del mio nome per raccogliere offerte di denaro e di indumenti”. Con questa lettera Padre Pio, che viveva già il triste periodo della “segregazione” scrive: “tengo, dunque, a dichiararle, dinanzi a Dio, che io non ho in nessun modo, né direttamente né indirettamente, autorizzato persone od enti di nessun genere per raccogliere denaro in mio nome”.
Diffida che il cappuccino fece nelle settimane precedenti alla questura di Foggia, che a sua volta la trasmise a quella di Bologna.
Il ministro generale due anni più tardi andò in visita canonica a San Giovanni Rotondo. Si trattava della prima visita di un ministro generale al convento dei cappuccini. Padre Vigilio da Valstagna, dopo essere stato ricevuto in paese dalle autorità cittadine e accompagnato in corteo al convento, incontrò Padre Pio sul piazzale, seduto sotto l’olmo. Il cappuccino quando vide il generale si inginocchio baciandogli la mano come rappresentante del Serafico Padre San Francesco. Padre Vigilio, al secolo Federico Della Zuanna, venne in seguito nominato vescovo di Carpi nel 1941.
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