Anche Padre Pio, nel santuario della Madonna Incoronata ha certamente adorato in silenzio il mistero della divina maternità di Maria. A fare il pellegrinaggio al santuario dell’Incoronata, il frate fu incoraggiato durante la sua permanenza a Foggia (febbraio – agosto 1916), dal suo direttore spirituale padre Agostino da San marco in Lamis il quale, in data 5 febbraio 1916, gli scrive: “Tu a Foggia devi trattenerti un po’ di giorni perché quell’anima (Raffaelina Cerase) non si contenterebbe d’una sola visita e non può contentarsi; di più ella senza dubbio vorrà che tu dica alcune messe nella sua cappella di famiglia; insomma si tratterrà di tenere alcune conferenze spirituali; infine bisognerebbe visitare il santuario di Maria Santissima dell’Incoronata”.
Era un’occasione davvero propizia per il frate che, fin da bambino, aveva nutrito una particolare devozione verso la Madonna Incoronata, tanto venerata nel paese in cui era nato. A Pietrelcina, infatti, nei pressi di “Porta Madonnella”, nell’omonimo “archetto” l’artigiano Giuseppe De Biase, con artistica ingenuità, aveva realizzato su maiolica l’Incoronata, tra San Michele e Sant’Antonio. Padre Pio, tutte le volte che passava dinanzi a quell’edicola per recarsi in chiesa, a scuola o a Piana Romana, indirizzava il suo affettuoso saluto alla “Vergine assisa sull’albero”. Da sacerdote, nei sei anni in cui rimase a Pietrelcina, a sera, in preparazione alla festa dell’Incoronata, radunava sotto l’arco un gruppo di fedeli per la recita del Santo Rosario e la novena alla Madonna.
C’è chi afferma che è proprio davanti a quella maiolica, in una di quelle sere, nacque nella sua mente l’idea di dare origine ai gruppi di preghiera. Padre Pio ebbe modo di venerare ancora la prodigiosa statua della Madonna Incoronata di Foggia il 7 aprile del 1948 allorché il venerato simulacro passò a San Giovanni Rotondo. Era stato temporaneamente trasferito presso la cattedrale di Troia, a riparo dai pericoli dei bombardamenti. Quando venne il momento di riportare la sacra effigie nella sua sede naturale, fu organizzata una grande “peregrinatio Mariae” che toccò molti paesi della Daunia e del Gargano.
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Dalla cronistoria del convento in proposito apprendiamo: “Proveniente da San Marco il Lamis, la SS.ma Vergine dell’Incoronata, nella sua “Peregrinatio” passa per San Giovanni Rotondo. Vanno incontro alla statua miracolosa tutti ai frati. Scende in paese anche padre Pio in compagnia dell’arcivescovo. Tutto il paese si è riversato a rendere omaggio filiale alla Madonna. Al largo delle piscine si dà la benedizione e si fa la consacrazione del popolo al Cuore Immacolato di Maria. La commozione è viva e profonda. Cade la pioggia, ma il popolo non si allontana”
I rapporti di padre Pio con il santuario dell’Incoronata non finiranno qui. Il 1 aprile del 1950, dopo la messa solenne celebrata da da monsignor Giovanni Rolla, il canonico Don Michele Scotto affidò con commosse parole, a nome del vescovo, il santuario dell’Incoronata, ai figli di Don Luigi Orione, “affinchè ne curassero l’ufficiatura ed il servizio dopo averlo sottratto allo stato di fatiscenza e di abbandono nel quale era caduto”. Prima di riportare il sacro luogo all’antico splendore, passarono quattro anni. Era necessario abbattere il vecchio tempio e costruirne uno nuovo. L’impresa non era facile delle più semplici e il primo rettore del santuario, Don Giuseppe Callegari, non volle iniziare i lavori senza avere avuto il parere ed il consiglio di padre Pio, del quale conosceva i carismi e la devozione alla Vergine Incoronata. Don Giuseppe si recò dunque in convento a San Giovanni Rotondo e portò con sé il progetto dell’architetto Vagnetti, planimetrie, documenti, preventivi e disegni. Ecco come descrisse l’incontro un testimone oculare: “Padre Pio pareva ci attendesse. Ci ricevette subito con quella sua bonomia arguta, fissandoci con quei bellissimi occhi che – pur luminosi e dolci come quelli di un bambino – pareva ti frugassero non nel fondo dell’anima. Ci invitò a parlare, e quando finimmo, sorrise, indi il suo volto sereno si illuminò di ieratica maestà: con sconcertante sicurezza, senza incertezza alcuna, benedisse i progetti e chi glieli presentava e pronuncio l’attenta parola: “Andate avanti non temete, la Madonna vi aiuterà!”. Il problema era risolto, non c’era che da mettersi all’opera con diligenza e buona volontà. Ciò che si fece… E la madonna mantenne ciò che ci aveva detto per bocca di padre Pio.
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Mai il santo cappuccino, dimenticò il santuario della Madonna dell’Incoronata. Ai pellegrini, che dopo la messa a San Giovanni Rotondo, si rimettevano in cammino per visitare la grotta dell’Arcangelo Michele a Monte Sant’Angelo, raccomandava sempre di fermarsi, al ritorno, presso il santuario dell’Incoronata a Foggia.
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Sono stato molto contento di avere partecipato alla decina del santo rosario sul canale di Padre pio con gli altri e spero di vederci ancora . Ringrazio moltissimo Simona e Francesco che mi hanno inserito nel gruppo. Quando vogliamo fare una cena in pizzeria con tutti?
Grazie mille per i vostri commenti 🙏