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Padre Pio teme di essere egoista: vuole per se il dolore degli uomini

Nel dolore Gesù è più vicino. Era il 2 aprile 1912

Il 2 aprile 1912 Padre Pio era nella sua Pietrelcina perché costretto da una strana malattia a vivere fuori dal convento.

Dalla sua torretta, nel cuore del Rione Catello, scrisse al suo direttore spirituale, padre Agostino da San Marco in Lamis, raccontando quanto fastidio e tormento gli procurava il diavolo: “padre mio, se sapesse ciò che mi ha fatto e quel che ancora mi ha a fare quel cosaccio!

Raccomandatemi anche voi al Signore, acciocché non mi faccia rimaner vittima di questo nostro comun nemico“. Poi aggiunse che era contento più che mai “nel soffrire, e se non ascoltassi che la voce del cuore, chiederei a Gesù che mi desse tutte le tristezze degli uomini; ma io non lo fo, perché temo di essere troppo egoista, bramando per me la parte migliore: il dolore”.

Poi ha spiegato il perché del dolore: “nel dolore Gesù è più vicino; egli guarda, è lui che viene a mendicare pene, lacrime…; ne ha bisogno per le anime”.

Inoltre, in quella occasione ringraziò il suo padre spirituale per i libri che aveva chiesto: “Il cappuccino ritirato e Pensieri ed affetti sopra la passione di Gesù Cristo per ogni giorno dell’anno”. Entrambi scritti dal cappuccino padre Gaetano da Bergamo.

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