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Tito Stagno racconta: Ho smontato il microfono di Padre Pio

Ho provato un brivido quando Padre Pio mi toccò il braccio

Tito Stagno racconta l’incontro con Padre Pio e l’inconveniente accaduto il giorno dell’inaugurazione della Casa Sollievo della Sofferenza quando fu costretto a smontare il microfono del santo frate cappuccino.

Il 5 maggio 1956, Padre Pio ha celebrato la Santa Messa davanti a Casa Sollievo della Sofferenza. C’era moltissima gente. Tante le autorità presenti: Cesare Marzagora, presidente del Senato, il ministro Braschi, il prefetto di Foggia. C’era la vedova di Guglielmo Marconi, con la figlia Elettra, Beniamino Gigli, il professor Medi. Venne anche il cardinale Lercaro arcivescovo di Bologna. Durante la Messa rimasi per tutto il tempo accanto all’altare. Potevo così guardare sempre padre Pio. Non staccavo gli occhi dalle sue mani. Avevo sentito parlare tanto delle stimmate ed ero molto curioso perché durante la celebrazione padre Pio toglieva i guanti che le nascondevano. Però quel giorno il camice che portava sotto i paramenti sacri ricopriva gran parte delle mani e non si riusciva vedere nulla. Solo al termine della Messa, al momento della benedizione riuscii a scorgere qualcosa, una macchia rossastra, bruna, che si stendeva sul palmo e sul dorso.

Finita la Messa, padre Pio si avvicinò ad una pedana dove era posizionato il microfono per fare il suo discorso. E allora ci fu un inconveniente. L’operatore mi fece segno che la pellicola era terminata e doveva ricaricare la cinepresa. Non si poteva riprendere. Allora mi precipitai verso il microfono, lo tolsi dal suo sostegno e lo depositai a terra. (nella foto) In quel momento avvicinò padre Pio. Mi guardò serio e mi disse: “Uagliò! Che stai facendo?”. Gli risposi: “padre, se lei vuole che il suo discorso non resti solo in questa piazza ma raggiunga tutta l’Italia e tutto il mondo, deve avere un po’ di pazienza”. Mi guardò e mi sorrise. Così aspetto che l’operatore avesse finito di caricare la macchina da presa. Il pubblico presente però non fu altrettanto indulgente e commento il mio gesto come una sorta di ruggito.

Dopo quella volta, non ebbi più altra occasione di vedere padre Pio. E mi dispiace. Ero e sono ancora oggi un agnostico. In materia di fede, non giudico, non prendo posizione, resto con la mia mente aperta, anche allo stupore. Ma devo dire che quella sensazione, quella sorta di brivido provato quando padre Pio mi tocco il braccio, è ancora vivida e la porto sempre con me.

Dal libro “I miei diletti figliuoli di Roberto Allegri”.

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