Il 3 dicembre 1929 salì al convento di Giovanni Rotondo Mons. Alessandro Macchi, vescovo di Andria, e nominato amministratore apostolico di Manfredonia dopo la partenza di mons. Gagliardi.
Il vescovo ebbe un colloquio di novanta minuti con il superiore Padre Raffaele da Sant’Elia a Pianisi, durante il quale chiese per il giorno dopo, sul far del giorno, la consegna di Padre Pio.
Padre Raffaele nelle sue memorie scrive: “niente meno voleva a qualunque costo che la mattina dopo nelle prime ore, di notte, avessi caricato Padre Pio su un auto e consegnato a lui che lo avrebbe portato a Roma come se fosse un sacco di paglia. Cose da Pazzi!”
Mons. Macchi parlò anche con Padre Pio. Entrai nella cella di Padre Pio: ripetei a lui lo stesso parere, si ritirò nelle spalle e poi disse: “Me ne vado, ma declino ogni responsabilità.” Mi parlò di quando un’altra volta doveva partire, ed un giovane lo voleva colpire con una revolverata alle spalle.”
Mons. Macchi ebbe un giudizio crudo, critico, avventato nei confronti di Padre Pio che non conosceva. Giudizio che era solo frutto di dicerie e accuse di parte.
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Buona sera sig. Bosco,
Vorrei sapere come Padre Pio si è salvato dalle grinfie di Macchi e di quelli che lo mandavano, vorrei sapere cos’è successo dopo i colloqui con i frati. Grazie.