Tre giorni di grazia a San Giovanni rotondo dell’allora cardinale Wojtyla a San Giovanni Rotondo. Giunse la sera del 1 novembre. Al mattino seguente si recò in convento e celebrò l’Eucaristia nella cripta, dinanzi alla tomba del Cappuccino con le stimmate. Durante l’omelia il card. Wojtyla che, all’omelia, pronunciò poche, ma significative parole:
“È specialmente impressionante, è specialmente profondo, il fatto che celebriamo questa Eucaristia vicino alla tomba di Padre Pio, che predicava la passione e la morte e la risurrezione di Gesù Cristo, nostro Signore per mezzo di tutta la sua vita”.
Terminata la Messa, prima di togliere i sacri paramenti, il porporato di Cracovia si mise in ginocchio su uno degli inginocchiatoi intorno alla grata della tomba. Si inginocchiò tra i pellegrini e, senza preoccuparsi di chi gli stava intorno, si mise con i pugni sulla testa, in atteggiamento di massima concentrazione e se ne stette lì a lungo a pregare, forse più di un quarto d’ora, tanto che gli altri si stancarono ad attenderlo e proseguirono per la sacrestia.
Subito dopo, il futuro Papa celebrò una seconda concelebrazione. Questa volta nella chiesa grande. Dopo il Vangelo, però, non fu lui a pronunciare l’omelia, ma il vescovo Deskur che, tra l’altro, rivelò: “Sua Eminenza il cardinale di Cracovia è venuto qui a commemorare la sua ordinazione, lontana, di sacerdozio. Da giovane sacerdote venne qui a vedere Padre Pio e oggi è ritornato”.
Al termine di questa seconda Messa, i frati chiesero al card. Wojtyla di scrivere un suo pensiero sul registro dei visitatori illustri. Il porporato prende la penna in mano e mette su carta i suoi sentimenti di quel momento: “Mi raccomando con tutta l’Arcidiocesi di Cracovia e con tutte le persone che spesso pregano il Servo di Dio Padre”.
Dopo la colazione nel refettorio del convento, l’arcivescovo di Cracovia e i suoi compagni di viaggio furono accompagnati dal superiore dell’epoca, padre Pietro Tartaglia, in visita ai luoghi di Padre Pio: cella, veranda, coro, cappella, chiesina, corridoi e nel tardo pomeriggio la comitiva polacca si recò a Monte Sant’Angelo.
La mattina del 3 novembre il card. Wojtyla era ancora in convento per presiedere un’altra Eucaristia, questa volta nella vecchia chiesina. L’omelia fu più lunga e, parlando ai fedeli, il futuro Papa rivelò alcuni suoi ricordi personali e manifestò con maggiore chiarezza la sua venerazione verso il santo Frate, di cui all’epoca non era neppure cominciato il processo di beatificazione: “Questa vecchia chiesa è rimasta per me il luogo d’incontro con il Servo di Dio Padre Pio. ho ancora nei miei occhi la sua persona, la sua presenza, le sue parole, la santa Messa celebrata da lui all’altare laterale, e poi questo confessionale dove andava a confessare le donne; la sacrestia, l’altare centrale dove adesso stiamo noi e dove, dopo la sua Messa, lui ha distribuito la santa Comunione”.